CLIFFORD CHANCE E LA FRONDA ITALIANA

29-04-2008

CLIFFORD CHANCE E LA FRONDA ITALIANA

C’è tensione all’interno dello studio Clifford Chance, law firm inglese, guidata in Italia da Charles Adams (nella foto). Il malcontento serpeggia tra una parte degli associate. Tanto che un gruppo di loro ha deciso di lamentare pubblicamente le ripercussioni che, l’andamento della law firm negli ultimi mesi, sta avendo sulle loro tasche e sulle loro carriere.

Sullo sfondo c’è una riunione che nei giorni scorsi ci sarebbe stata tra i vertici dello studio e i collaboratori. In quell’occasione si è parlato di budget. È stato fatto presente che probabilmente l’obiettivo di fatturato, per l’anno che si va a chiudere, sarebbe stato rivisto senza le previsioni di crescita (le stime di TopLegal parlano di 53 milioni, sostanzialmente in linea con l’anno precedente). Colpa dell’andamento dell’economia mondiale e del credit crunch. Di conseguenza lo studio avrebbe attuato alcuni provvedimenti per affrontare questa congiuntura.

Le misure che gli associate contestano sarebbero le seguenti: aumenti degli stipendi limitati, in media, al 5%; attribuzione di un bonus annuale ridotto del 40%; blocco delle assunzioni e un possibile ridimensionamento del personale amministrativo.
Inoltre i vertici dello studio avrebbero anche raccomandato ai collaboratori di usare maggiore oculatezza nelle loro “spese” di lavoro e quindi di scegliere alberghi non troppo costosi e volare in economy.

TopLegal ha potuto verificare con fonti vicinissime ai vertici della branch italiana, che sostanzialmente lo studio ha chiesto uno sforzo collettivo per affrontare il momento non facile anche se assolutamente contingente.
La riunione con gli associate si sarebbe resa necessaria per tacitare voci che nello studio erano arrivate a sostenere che, quest’anno, gli associate non avrebbero ottenuto aumenti e bonus perché lo studio aveva speso troppo per rifare la sua biblioteca. L’incontro, quindi, avrebbe avuto una finalità di trasparenza.

In particolare lo studio ha fatto notare che, nonostante la congiuntura, gli associate si vedranno comunque riconoscere un aumento di stipendio e il bonus annuo.
Anche se, e forse qui sta la ragione del malcontento, per la prima volta non tutti gli associate avrebbero ottenuto i suddetti premi.
Per anni, all’interno di Clifford Chance in Italia, c’è stato chi lamentava una gestione quasi “comunista” degli aumenti e dei bonus: uguali per tutti a prescindere da valutazioni di merito. Quest’anno, anche sollecitati dalle esigenze congiunturali, i vertici hanno deciso di attribuire aumenti e bonus su base meritocratica. Per cui è possibile che ci sarà chi, per esempio, otterrà aumenti del 15% e chi non otterrà nulla o poco più.

Per quello che riguarda le “spese”, ribattono dai piani alti, si cerca soltanto di evitare sprechi.
Sul blocco delle assunzioni, invece, lo studio fa sapere che non si tratta di un ordine assoluto, ma che considerata la fase di minore intensità di lavoro si preferisce sfruttare meglio le risorse già presenti. Infine, in merito ai ventilati tagli del presonale amministrativo, i vertici della law firm smentiscono qualsiasi iniziativa volta a ridimensionare gli organici.

È una questione di prospettive diverse. Certo, una parte degli associate stenta a vedere il proverbiale bicchiere “mezzo pieno”. Anzi non nasconde un profondo malcontento. Ma chi governa lo studio vuole che i professionisti prendano atto che il mondo sta cambiando e che non è possibile che gli avvocati pensino di essere una categoria immune dalle crisi congiunturali.

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