CLIFFORD CHANCE I NUMERI DELLA CRISI E IL FRONTE ITALIANO

02-07-2009

CLIFFORD CHANCE I NUMERI DELLA CRISI E IL FRONTE ITALIANO

Il giorno dei conti è arrivato. Ieri Clifford Chance ha snocciolato le cifre di questo ultimo anno di attività dipingendo un quadro che, come ormai era chiaro, ha per lo più tinte fosche. Il fatturato globale dello studio è calato del 5%. Gli utili per equity partner sono scesi addirittura del 37%.
In una dichiarazione affidata alla stampa internazionale, il managing partner David Childs ha affermato che «data la dimensione della crisi finanziaria e considerata la gravità della recessione economica, l’anno che si è appena chiuso è stato estremamente sfidante sia per i clienti sia per lo studio».
A fronte di questa crisi globlale, Clifford Chance ha annunciato un piano di ristruttuazione che comporterà dei tagli negli organici professionali in giro per il mondo. A quanto pare a tutte le sedi dello studio potrebbe esser chiesto di fare dei sacrifici (alcune hanno già cominciato), Italia inclusa (i rumor di mercato insistono sulla possibilità che escano 2 o 3 soci).

Tuttavia, non si può non notare un dato. A fronte di un calo del fatturato globale del 5%, Clifford Chance, in Italia, secondo le stime di TopLegal, ha registrato nell’ultimo anno una crescita dei ricavi del 5,3%. Circa il Pep, anche se l’Italia ha patito un calo (-24%, sempre scondo le stime del centro studi TopLegal), va detto che è stato inferiore rispetto a quello globale.
Inoltre, il trend sembra mantenersi piuttosto positivo nonostante le peculiarità congiunturali di questo momento. Secondo Merger Market, infatti, lo sede guidata da Charles Adams (nella foto) nei primi sei mesi del 2009 si piazza al primo posto per valore delle operazioni annunciate (oltre 23 miliardi di euro) e al secondo per numero (10). Sul fronte Capital markets lo studio ha lavorato sul bond Eni. Nel Banking, solo per fare un esempio, lo studio ha assistito Fiat nell’operazione di finanziamento da 1 miliardo. Per non parlare delle privatizzazioni, dove la sede italiana dello studio magic circle è riuscita a intercettare il mandato per una delle ultime grandi operazioni rimaste, ovvero quella di Tirrenia.

Questo quadro mostra la vivacità della branch locale dello studio e il posizionamento da essa acquisito negli ultimi anni.
È vero che nei piani globali di Clifford Chance resta ferma l’intenzione di procedere a dei tagli (si parla di una riduzione del 15% dell’attuale partnership mondiale). Ma considerando l’andamento della sede italiana, è possibile che alcuni soci decidano in autonomia di lasciare Clifford Chance per dar vita a propri progetti professionali (cosa che del resto è già accaduta nel caso di Riolo Calderaro Crisostomo) o per associarsi ad altre iniziative, indipendentemente dal fatto di essere toccati o meno dal piano di ristrutturazione voluto da Londra. In questo caso, però, il rischio per lo studio sarà di perdere, proprio malgrado, alcune professionalità preziose e magari strategiche per il futuro, anche se “solo” per il mercato italiao. Ma tant’è, nel quartier generale della law firm la priorità è tornare a far quadrare i conti e riconquistare la vetta del mercato mondiale.

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Clifford Chance CharlesAdams, DavidChilds Fiat, Eni


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