Cms, alleanza tra nove studi legali indipenedenti europei, comincia a pensare a una possibile integrazione tra le strutture nazionali. Cms Cameron McKenna (Uk), Cms Bureau Francis LeFebvre (Francia), Cms Hasche Sigle (Germania), assieme ad altri sei studi del network starebbero discutendo l’opportunità di una maggiore integrazione che potrebbe portarli ad abbandonare i loro nomi storici per operare tutti sotto l’insegna Cms.
L’ipotesi è accolta con prudenza dai componenti italiani dell’alleanza, vale a dire gli avvocati di Cms Ascoli & Cavasola Scamoni. «In questo momento», afferma Pietro Cavasola (nella foto), «stiamo ragionando su una maggiore convergenza tra studi, in particolare rispetto ai processi interni, alla governance e al branding. Escludo che al momento si possa pensare a una fusione tra gli studi».
Molto più attuale, invece, è il dibattito sulla possibilità di abbandonare i nomi nazionali. E qui Cavasola fa sapere che: «Allo stato, non credo che in Italia o all’estero ci sia l’intenzione di abbandonare i nomi nazionali. Si potrà ragionare su una strategia di branding che spinga la sigla Cms a livello internazionale, ma nei singoli Paesi credo che la forza dei nomi locali sia ancora molto rilevante. C’è una clientela nazionale che ci conosce come Adonnino Ascoli & Cavasola Scamoni. Ad ogni modo ribadisco che il dibattito è in corso».
Qualcosa di più si dovrebbe sapere a Gennaio quando Cms voterà sull’adottare o meno un solo nome e un solo brand.
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