CNF AL CONTRATTACCO. PENALISTI IN SCIOPERO

14-11-2011

CNF AL CONTRATTACCO. PENALISTI IN SCIOPERO

Dall'adunanza del Consiglio Nazionale Forenze di sabato scorso 12 novembre arrivano messaggi di fuoco contro le riforme dell'avvocatura, in particolare contro quelle concretizzatesi nella legge di stabilità approvata lo stesso giorno in senato. Gli avvocati sono pronti a una dura battaglia, a costo di trovare procedure alternative e autonome all'istituto della mediazione, nonché a valutare ricorsi di costituzionalità. Da parte sua, l'Unione delle Camere Penali Italiane ha proclamato un periodo di astensione dalle udienze da oggi lunedì 14, fino al 18 novembre. Lo sciopero è stato deciso per sollecitare l'approvazione «senza stravolgimenti, della riforma forense e la ripresa del dibattito sulla riforma costituzionale della giustizia».
Tornando al caldissimo incontro di sabato del Cnf presso la Camera dei Deputati, cui hanno partecipato oltre 130 ordini forensi (su 165), unioni, Cassa forense, Oua e associazioni, le direttive sono da scontro frontale.
A cominciare dalla strategia di prendersi in carico i procedimenti pendenti a costo zero per evitare il ricorso alla mediazione obbligatoria. Come dire: un sacrificio pesante e pericoloso, per riuscire ad abbattere il nemico.
Si tratta di misure semplici, che impegnano direttamente la classe forense e sulle quali tutte le componenti dell’avvocatura si sono ritrovate: a fronte di una pendenza di 3milioni di procedimenti civili, migliaia di avvocati sono pronti a intervenire prendendosi in carico il pendente per riportare a normalità una situazione drammatica e non più sostenibile; la convenzione partecipata davanti ai legali consentirà ai cittadini di risparmiare il costo della mediazione; e per sollevarli dai costi elevati della giustizia, conseguenti ai successivi e continui aumenti del contributo unificato, prevedere la detraibilità delle spese legali. 
«Siamo pronti a dare il nostro contributo per restituire ai cittadini una giustizia giusta», ha dichiarato Guido Alpa, presidente del Cnf. «Sui principi della manovra che andranno disciplinati diremo la nostra e non ci faremo intimidire - continua Alpa -. Solleveremo anche eccezioni di incostituzionalità sul decreto di agosto, che in materia di professioni è contrario a Costituzione; così come eccepiremo la illegittimità dei regolamenti ministeriali che secondo la legge di stabilità dovrebbero disciplinare gli ordinamenti professionali». 
Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha mandato ai legali riuniti un messaggio in cui riconosce come «vitale per la democrazia e per la crescita economica del Paese il recupero dell’efficienza della credibilità e fiducia. Lo chiedono innanzitutto i cittadini che da utenti subiscono in prima persona l’intollerabile lentezza dei processi ma lo chiede la stragrande maggioranza degli operatori del settore, a cominciare proprio dagli avvocati, il cui ruolo di garanti e difensori dei diritti fondamentali è insostituibile soprattutto nell'ambito delle diverse dinamiche processuali».


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