di Daniel Bulla*
Tra le richieste più frequenti che riceviamo in consulenza, una posizione di spicco è rappresentata da un quesito: come si costruisce la propria squadra? Esistono delle indicazioni efficaci valide in ogni tipologia di team? Esiste la ricetta? La risposta è molto semplice: esistono delle indicazioni, ma non esiste una ricetta universale da seguire nel processo di costruzione del proprio gruppo di lavoro.
Questo perché ogni team ha delle peculiarità che lo rendono unico da un punto di vista relazionale e umano. Il leader è un uomo o una donna? Lo stile di leadership è direttivo e autoritario? C’è competizione tra i membri del team? I risultati vengono premiati? Gli errori vengono criticati singolarmente oppure davanti agli altri?
Ogni team deve essere valutato attentamente, soprattutto da un punto di vista personale e psicologico, prima di inserire una nuova risorsa. In caso contrario l’equilibrio della squadra può venire seriamente compromesso, come avviene anche in ambito sportivo. Quindi la ricetta copia-incolla non esiste. Tuttavia, la ricerca in psicologia sociale negli ultimi anni ci ha dato qualche indicazione utile: l’importanza di costruire relazioni basate sul reciproco sostegno e aiuto e le regole psicologiche che portano a scegliere i soggetti che potranno stabilire migliori alleanze tra loro.
Le cinque regole dell’alleanza
Nella vita è importante non sentirsi soli. Siamo programmati per svolgere la maggior parte delle attività insieme ad altri individui. Da un punto di vista genetico i nostri antenati ci hanno trasmesso questa importantissima informazione: meglio male accompagnati, che soli. In alcuni contesti, come per esempio quello lavorativo, è fondamentale costruire relazioni basate sul reciproco sostegno e aiuto. È ciò che comunemente definiamo "alleanza".
Da un punto di vista linguistico, il termine alleanza evoca passaggi storico-politici che tutti conosciamo fin dalle scuole elementari. Secondo il vocabolario l’alleanza è il patto con cui due o più Stati si impegnano a prestarsi reciprocamente aiuto e sostegno in caso di guerra o per il raggiungimento di determinati obiettivi politici. È altresì intesa come accordo, coalizione fra più persone, gruppi. Infine, nella Bibbia l’alleanza rimanda al patto tra Dio e l’uomo. Quindi, con il termine alleanza si fa riferimento alla coalizione tra due entità. In psicologia è un concetto molto conosciuto, oltreché studiato.
Tecnicamente viene definita alleanza terapeutica la relazione tra cliente e psicoterapeuta. Nel momento in cui viene stabilito un profondo legame basato sulla fiducia, il rapporto tra i due diviene 'alleanza', e favorisce la prognosi terapeutica. La ricerca ha dimostrato in modo concreto la correlazione tra alleanza terapeutica e risultato: più la relazione è profonda e basata su impegno reciproco e fiducia, più è probabile che la psicoterapia funzioni.
E questo avviene se l'alleanza si fonda su alcuni punti fondamentali: il legame emotivo, la partnership, la condivisione degli obiettivi, un misto tra aspettative iniziali, intenzioni e speranze, per chiudere con un ottimo livello di intelligenza emotiva (reciproca). Senza questi cinque elementi, la relazione tra cliente e terapeuta rimane a un livello superficiale, il che peggiora la prognosi.
* Psicologo, psicoterapeuta specializzato in terapia cognitivo-comportamentale, consulente in ambito aziendale e clinico.
L'articolo completo è stato pubblicato su TopLegal Reviw, nr. dicembre/gennaio 2021, disponibile su E-edicola.