Avvocati e concorrenza

Compensi professionali, l'Agcm multa il Cnf

Per l'Autorità gli avvocati devono essere liberi di determinare i loro compensi e di rendere noto il costo delle loro prestazioni

01-03-2016

Compensi professionali, l'Agcm multa il Cnf


L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), nel bollettino del 29 febbraio, ha reso noto di aver accertato l'inottemperanza del Consiglio Nazionale Forense (Cnf) al provvedimento n. 25154 del 22 ottobre 2014 con cui chiedeva al Cnf di porre termine all’infrazione dell’art. 101 del Tfue. Nel dettaglio, col provvedimento 2014 l'Autorità accertava il comportamento anticoncorrenziale del Cnf consistente nell'adozione di due decisioni volte a limitare l’autonomia dei professionisti in materia di compensi professionali, stigmatizzando quale illecito disciplinare la richiesta di compensi inferiori a quelli minimi tabellari e limitando l'utilizzo di un canale promozionale e informativo attraverso il quale veicolare la convenienza economica della prestazione professionale. 
 

Secondo l’Autorità, in corso di istruttoria lo stesso Cnf ha riconosciuto di non avere adottato misure in ottemperanza alla delibera n. 25154/2014, ritenendo di non dare seguito a un provvedimento esecutivo dell’Autorità, nell’attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato. Ai fini di quantificare la sanzione, l’Autorità ha tenuto in conto proprio il fatto che la condotta del Cnf, come lo stesso ha riconosciuto, non è ascrivibile a cause oggettive, ma è interamente addebitabile a una autonoma decisione del Consiglio. Per questa ragione, l'Agcm ha ha applicato il limite edittale, imponendo al Cnf una sanzione amministrativa pecuniaria di 912.536,40 di euro.

Sempre in tema di compensi, si ricorda la recente proposta avanzata proprio dal Consiglio Nazionale Forense, che - come da notizia dello scorso 16 febbraio - ha proposto un intervento normativo col fine di tutelare l’equo compenso degli avvocati nei rapporti contrattuali con altri operatori economici. Nel mirino del Cnf ci sono innanzitutto le grandi imprese ma anche altri professionisti e società tra professionisti ed enti pubblici.

In sintesi la proposta di legge prevede l'istituzione presso il Ministero della giustizia di una commissione per la valutazione dell'equo compenso nella professione forense nei casi di contratti con quelli che sono stati definiti "clienti forti”, formata da rappresentanti istituzionali e del mondo produttivo, individuando, inoltre, gli operatori economici in grado di garantirne il rispetto dandone adeguata pubblicità. 

 

 


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