Led Taxand

Con il network un passpartout per l’Italia

Guido Arie Petraroli a TopLegal: «Il focus di Led Taxand rimane esclusivo sulla consulenza fiscale di fascia alta. Ci siamo posti come target di fatturato per il primo anno 7 milioni di euro»

23-05-2018

Con il network un passpartout per l’Italia

La nascita di Led Taxand in Italia è il risultato di una scelta di campo: quella, fatta da Guido Arie Petraroli (in foto) e Alfredo Fossati, di spingere sul brand e sulla dimensione internazionale, svincolandosi totalmente dai nomi. Un cambio di prospettiva probabilmente difficile da portare avanti in uno studio con una forte eredità come quella di Augusto Fantozzi, già ministro delle finanze e del commercio.

Un cambio di prospettiva che si fonda su alcuni ingredienti definiti: puntare sui giovani, creare opportunità di formazione, favorire i secondment e fare leva sullo sviluppo internazionale. Il tutto grazie alla spinta del network Taxand, realtà internazionale nata nel 2005 da manager ex Andersen che oggi conta oltre 2.000 consulenti fiscali in 40 Paesi. Vero è che la ricetta Taxand non è univoca. All’estero sotto il cappello di Taxand, pur mantenendo saldo il proprio nome sul biglietto da visita, sono finiti studi del calibro di Alvarez & Marsal negli Usa, Arsène in Francia e Flick in Germania.

In Italia la sfida ha imposto però un cambio di passo in più. «Abbiamo la sensazione che i giovani siano sempre di più alla ricerca di studi non caratterizzati dai nomi dei singoli professionisti che li compongono ma di strutture in grado nel loro complesso di fornire una crescita professionale in un contesto di regole trasparenti sin dall’inizio», ha detto a TopLegal Petraroli che in coppia con Fossati ha portato con sé un nucleo ex Fantozzi e che ora punta a nuovi arruolamenti sul mercato, soprattutto tra i giovani.

L’insegna conta 24 professionisti con l’idea di raddoppiare, arrivando sopra i 50 ma mantenendo l’equilibrio numerico tra commercialisti e avvocati. Freno tirato invece al momento sui nuovi soci, oggi a quota nove, seppur all’orizzonte si parli già di una nuova integrazione di una realtà romana. «La priorità al momento – spiega Petraroli – è consolidare il posizionamento. Che vediamo come un mix tra l’approccio boutique degli studi tributari di prima fascia quali Maisto e altri e quello più a componente internazionale di matrice anglo-sassone di altri, quali, ad esempio, Baker McKenzie».

Ma quali i presupposti su cui lanciare una nuova insegna iper specializzata? «Il focus – spiega Petraroli – rimane esclusivo sulla consulenza fiscale di fascia alta, la consulenza ordinaria per studi come i nostri non può certo rappresentare il core business. Ci siamo posti come target di fatturato per il primo anno 7 milioni di euro. In Italia di lavoro ce ne è tanto, è un momento particolarmente positivo». Al momento il network Taxand porta il 30% del fatturato, soprattutto di fonte francese. Ed è il canale internazionale il perno su cui si fonda la strategia della nuova insegna.

«Vogliamo muoverci soprattutto su due mercati – afferma Petraroli – la clientela tedesca e quella americana che si muovono in Italia. A breve lanceremo un desk a Milano con l’inserimento di almeno due nuovi colleghi e ne avvieremo un secondo entro il 2018 proprio per questi due specifici Paesi». Anche l’Italia, oltre ai referral di altri studi legali, può essere sviluppata passando per l’estero: «L’imprenditoria italiana può essere coltivata attraverso l’internazionalizzazione, per esempio nei Balcani – conclude Petraroli – e Taxand può essere interpretata come passepartout: la sua rete internazionale è il biglietto da visita in più per farti conoscere».

 

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Baker McKenzie, Andersen Legal, A&M, Led Taxand, Arsène, Flick, Maisto AugustoFantozzi, Guido AriePetraroli, AlfredoFossati


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