Clifford Chance nella sospensione del delisting di Parmalat
Clifford Chance ha assistito Citibank nel ricorso di sospensiva d’urgenza presentato al Tar per il Lazio contro le delibere di Consob e di Borsa Italiana (rispettivamente del 16 e 31 gennaio 2019) con le quali era stata disposta la revoca delle azioni di Parmalat dalla quotazione nel mercato telematico azionario entro il 5 marzo 2019. Il team di Clifford Chance che ha assistito Citibank è composto dal socio Fabio Guastadisegni e da Carlo Felice Giampaolino e Aristide Police. Il Tar ha accolto l'istanza di misure cautelari presentata da Citibank, sospendendo in via cautelare il delisting di Parmalat.
Belloni presenta l'art. 7 d.lgs. 286/2005 in Corte Costituzionale
Belloni, in persona del name partner Davide Belloni, ha assistito la società Guna nell’istanza di rimessione alla Corte Costituzionale dell’art. 7 ter d.lgs. n. 286/2005 al fine di ottenerne la declaratoria di incostituzionalità. La rimessione degli atti al giudice delle leggi si verifica nell’ambito di una controversia tra una multinazionale in qualità di committente, assistita da Davide Belloni, e un sub-vettore che agisce in forza dell’azione diretta di cui all’art. 7 ter, d. lgs. n. 286/2005 introdotto dall’art. 1 bis, comma 2, lettera e) del decreto-legge n. 103/2010, inserito dalla legge di conversione n. 127/2010, di cui è stata eccepita l’incostituzionalità. Con ordinanza del 5 marzo 2019, che sarà pubblicata in Gazzatta Ufficiale, il tribunale di Prato ha accolto l’eccezione d’incostituzionalità promossa dallo studio legale per violazione del principio di omogeneità tra l’oggetto del decreto-legge e la legge di conversione previsto dall’art. 77 comma 2 della Costituzione e ha ordinato la trasmissione degli atti. L’eventuale declaratoria di incostituzionalità della norma potrebbe avere un impatto in materia di autotrasporto in quanto consentirebbe la ripetizione di ingenti somme corrisposte dai committenti ai sub-vettori in forza dell’art. 7 ter, norma cui sono ricorsi specialmente in presenza di procedure concorsuali.
Lombardi Segni vince in Corte d’Appello per Ubi Banca
Lombardi Segni, con un team composto dal name partner Giuseppe Lombardi e dai partner Manuela Soligo e Lotario Dittrich, ha assistito Ubi Banca nel giudizio promosso da quest’ultima davanti alla Corte di Appello di Milano per l’accertamento del difetto di legittimazione passiva rispetto alle pretese risarcitorie degli ex azionisti di Banca delle Marche, assoggettata a risoluzione ai sensi del d.lgs. n. 180/2015 e il cui ente-ponte è stato poi fuso per incorporazione nella stessa Ubi Banca. La Corte di Appello di Milano ha accolto la prospettazione di Ubi Banca secondo cui non è consentito agli ex azionisti della banca risolta di esercitare pretese risarcitorie nei confronti dell’ente-ponte, in quanto ciò è contrario alla lettera e alla ratio della normativa, europea e interna, sulla risoluzione degli istituti bancari finalizzata a salvaguardare la prosecuzione dell’attività dell’ente-ponte.
Perroni in difesa di due dei membri del Collegio Sindacale di Bt Italia
Nell’ambito del procedimento attualmente pendente in fase di indagini preliminari dinanzi alla procura della repubblica presso il tribunale di Milano, concernente la vicenda del cd. buco di bilancio della Bt Italia, Perroni nella persona di Elisabetta Busuito, ha assunto la difesa di due dei membri del Collegio Sindacale, sottoposti ad indagine in relazione a quattro ipotesi di false comunicazioni sociali. Il procedimento coinvolge numerosi top manager, con responsabilità organiche e deleghe operative, oltre che i membri del collegio sindacale e il responsabile della società di revisione, nonché la società, in sé considerata, ai sensi del d.lgs. n. 231/2001, e ha ad oggetto numerosi illeciti fiscali e societari. Più nello specifico, secondo l’ipotesi accusatoria, alcuni dei top manager della Bt Italia avrebbero falsificato i bilanci di esercizio e le scritture contabili societarie di ben 4 esercizi, e ciò allo scopo di far apparire come raggiunto il margine operativo lordo, contestualmente diminuendo gli oneri fiscali dovuti attraverso la contabilizzazione di costi inesistenti e compensando i clienti, coinvolti in false operazioni commerciali, attraverso l'emissione di fatture per operazioni inesistenti. Il procedimento riveste un grande rilievo per la gravità delle irregolarità contabili oggetto di contestazione per effetto delle quali sarebbero stati dissimulate perdite per oltre 280 milioni di euro e la controllante, British Telecom, avrebbe disposto accantonamenti in bilancio per circa 500 milioni di euro al fine di affrontare le conseguenze degli illeciti oggetto di contestazione ai soggetti che ricoprivano il vertice della controllata italiana.