Tmt

Convergenza, un imperativo strategico

Marcello Dolores, Discovery: «Avvocati, c’è più bisogno di generalisti che di canali monotematici»

13-03-2018

Il Tmt è il settore dell’innovazione per eccellenza, dove nascono continuamente nuovi operatori che superano in tempi record i risultati dei colossi tradizionali. Basti pensare a WhatsApp, creato nel 2009, che nel giro di cinque anni ha aumentato il suo valore aziendale da zero a 19 miliardi di dollari, cifra monster con cui nel 2014 lo ha acquistato Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook. E poi ci sono nuovi media come Netflix, che stanno aprendo mercati dinamici e lucrativi, sfidando i giganti affermati nel settore. 

In un mercato in cui i vantaggi competitivi si ottengono attraverso decisioni e strategie innovative, sono necessari consulenti che sappiano tenere il passo e che siano reattivi ai cambiamenti e polivalenti. Per dirla in termini televisivi come Marcello Dolores, corporate legal and regulatory affairs di Discovery, «c’è più bisogno di generalisti che di canali monotematici». Secondo Dolores bisogna studiare, tenersi aggiornati e parlare la lingua di nuovi player come Amazon, YouTube e Netflix. «Dobbiamo essere in grado di capire come collaborare e far convergere i reciproci interessi, declinando loro le nostre categorie e viceversa. Al contempo, dobbiamo indirizzarci verso nuovi mercati, nuovi contenuti, nuove fruizioni. Gli studi dovrebbero aiutarci a capire tutte le declinazioni legali legate alle sfide in atto perché queste decisioni di business si studiano sui tavoli legali. È indispensabile, quindi, che l’advisor abbia acquisito linguaggio, esperienza e visione prospettica del settore e della convergenza in atto», sottolinea.

Agli in house che operano in ambito Tmt i clienti interni chiedono multidisciplinarietà, interconnessione, risposte concrete e indirizzate al problema, orientamento al business. Chiaro, quindi, che gli in house vogliano le stesse cose in chi li affianca come consulente esterno. «Infatti - conferma Rosy Cinefra, senior legal counsel di CA Technologies - non sarebbe così sbagliato se gli studi legali acquisissero nei loro team anche risorse con un background più ampio che includa conoscenze tecnologiche e di settore in grado di fornire una valutazione del rischio del caso concreto, tenendo conto delle specificità del business». Tra i tanti argomenti da affrontare oggi sul tavolo di un legale d’impresa del Tmt, Cinefra cita gli impatti di nuove tendenze – quali l’intelligenza artificiale, la cybersecurity, i big data, l’IoT, i blockchain e il cloud – e normative quali la direttiva Eu sui pagamenti digitali e il regolamento europeo sulla privacy dei dati personali.

Si avvicina maggio, data in cui in Italia verrà applicato il nuovo Regolamento europeo sulla Privacy che inciderà nell’operato di qualunque azienda che gestisca dati perché implica conseguenze pratiche sotto il profilo degli adempimenti richiesti alle imprese e dei rischi di pesanti sanzioni per la violazione delle norme. Ogni società dovrà regolamentare e gestire in anticipo con un modello efficace e verificabile tutti i flussi di dati che vengono immagazzinati e i fini per cui sono trattati. Per tutte queste nuove esigenze le aziende con ogni probabilità dovranno affidarsi anche a consulenti esterni per avviare un processo di analisi della situazione, individuare i potenziali rischi e istituire best practice e procedure.

Effettivamente, il Regolamento sulla privacy pone in capo all’azienda, e di conseguenza anche alla funzione legale, una serie di obblighi simili a quelli affrontati con l’entrata in vigore Dlgs 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle società e degli enti. E, allo stesso modo, potrebbe rappresentare un tesoretto per gli studi legali, che – come evidenziano gli in house – stanno già cavalcando l’attualità normativa. Assolvendo solo in parte al ruolo che, invece, vorrebbero affidare loro i giuristi, sempre più convinti che il reale valore aggiunto di una consulenza non si trova nella corretta lettura di un codice normativo ma si annida nella capacità di reinterpretare i codici, crearne di nuovi e trasporli da una industry a un’altra per trasformarli da vincoli a sviluppatori di business. 

 


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