L'annunciata fusione Intesa - San Paolo ha posto diversi interrogativi dal punto di vista della governance del gigante che verrà a crearsi. Le risposte che si stanno cercando non sono prive di problematicità. Anche e soprattutto alla luce dei rapporti di forza esistenti fra i protagonisti (Intesa e San Paolo) e i loro maggiori azionisti, Credit Agricole e Banco Santander. Le abbiamo analizzate nel corso di un'intervista con Mario Tonucci, fondatore dello studio legale Tonucci & Partners. Pubblichiamo qui un estratto dell'intera intervista che sarà pubblicata sul numero di ottobre di TopLegal in cui Mario Tonucci risponde al primo e più generale quesito. Avvocato, quali elementi di complessità legale prospetta un'operazione come San Paolo - Intesa? Sul piano legale, gli scogli da superare in un'operazione del genere sono diversi. Tra questi, il più immediato è senz'altro la valutazione dell'operazione da parte delle autorità di vigilanza del settore, in particolare della Banca d'Italia, della Consob e dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Peraltro, ambedue le società hanno ampiamente sviluppato il proprio business in settori diversi dalla tradizionale attività bancaria (risparmio gestito, assicurazioni, asset management etc. etc.) e il procedimento di fusione dovrà essere governato in modo tale da prevenire fenomeni di sovrapposizione tra le società dei due gruppi che operano in tali settori e di violazione della concorrenza. In questo senso vengono alla mente l'incerto destino di Nextra, venduta al Credit Agricole e che Intesa potrebbe ricomprare; il rallentamento dell'offerta pubblica sui titoli di Banca Fideuram, società in cui il Sanpaolo ha unito tutte le proprie attività nel risparmio gestito, nelle assicurazioni e nell'asset management, con il timore del mercato che venga coinvolta nel riassetto a monte, relativo alla fusione; il futuro di Eurizon, polo creato dal Sanpaolo e destinato alla quotazione, in relazione al ruolo di Generali e Alleanza, partner assicurativi di Intesa. Dal punto di vista strettamente societario, uno dei principali nodi aperti dalla fusione è lo scioglimento dei patti di sindacato e dei rapporti tra i soci che li compongono, in particolare per quanto riguarda Intesa, dove i francesi del Credit Agricole hanno un potere di veto che potrebbe bloccare la fusione. Inoltre, particolare attenzione andrà riservata ai temi lavoristici e ai rapporti con le organizzazioni sindacali, in relazione alle ristrutturazioni aziendali e alle cessioni di varie attività o sportelli che inevitabilmente conseguiranno alla fusione.
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