Mancanza di specializzazione, fee proibitive e difficoltà nel ricambio generazionale degli studi legali. Questi alcuni dei temi emersi durante le riunioni della commissione tecnica, selezionata al fine di eleggere i vincitori dei TopLegal Industry Awards. Si tratta di general counsel, direttori affari legali e compliance e Dpo delle maggiori aziende e fondi del Paese (per consultare la lista cliccare qui).
I commissari, benché provenienti da settori differenti tra loro, si sono trovati concordi su diversi argomenti. Primo fra tutti l’eccessivo costo dei consulenti legali esterni. Molti studi legali, infatti, richiedono compensi alti anche per attività relativamente semplici. Trattare sulle parcelle è ormai una prassi consolidata. Raggiungere accordi più economici segue spesso a un aut aut da parte dell’azienda. Il problema è stato altresì sollevato con riferimento alle fee dei notai i quali hanno innalzato i propri compensi, anche laddove l’offerta di servizi non è particolarmente innovativa.
Un'altra criticità emersa durante le riunioni, tenutesi in queste settimane, ha individuato la difficoltà degli studi legali ad attuare un proficuo ricambio generazionale. L’uscita dei soci o di intere squadre rischia sempre di provocare un calo nella qualità del servizio. In particolare, le aziende sottolineano le difficoltà che possono emergere nel sistema di gestione quando dallo studio sono preposte figure mid-level (associate o senior associate) a confrontarsi con il legale in-house. Se l’associate lascia lo studio (il turnover negli studi è tristemente noto) è difficile trovare adeguato supporto negli avvocati più giovani come nel partner, che non ha seguito la vicenda con la stessa vicinanza. Da qui nasce un circolo vizioso in cui i rapporti continuano a essere tenuti con una figura junior, ma al sorgere del primo intoppo i legali in-house sono costretti a bypassare la figura di riferimento per rivolgersi al partner, dovendosi incastrare nella sua agenda molto più complessa. Il consiglio da parte dei commissari è quello di formare i giovani su più livelli e non affidare a uno soltanto la gestione di intere pratiche. In sostanza, occorre sempre avere un piano B.
Un altro elemento importante indicato dai commissari è la capacità di relazionarsi con il cliente e, in particolare, di creare ottime sinergie tra i team interni ed esterni. Non raramente, infatti, i giurati si sono trovati a scegliere uno studio non perché è il top di gamma in una particolare industry ma perché vi è una squadra di professionisti con cui hanno lavorato particolarmente bene in passato.
Sul piano delle competenze, gli incontri con la commissione tecnica hanno fatto emergere specifiche mancanze di specializzazione di settore. Secondo i giurati, scarseggiano consulenti esterni con una specializzazione verticale soprattutto per il diritto alimentare, farmaceutico e dei trasporti. Le ragioni di questa assenza sono dovute in parte a un vuoto formativo a livello universitario. Sono pochissime le università italiane che offrono corsi in queste materie senza che siano ritenute opzionali. Motivo per il quale ci si rivolge all’estero per farsi accompagnare in settori ampiamente normati. Succede, per esempio, che l’azienda del food fatichi a trovare l’esperto italiano di diritto alimentare, che gli consenta di lanciare il proprio prodotto sul mercato in Italia. Allo stesso modo, risulta difficile individuare esperti del settore nautico e aereo, sebbene entrambi in espansione. Lo stesso discorso vale per le aziende farmaceutiche nella ricerca di assistenza per completare i processi di compliance dei prodotti farmaceutici in modo da poterli lanciare sul mercato.
Questi temi verranno approfonditi su TopLegal Review in uscita il prossimo 1 giugno (per consultare la Review di aprile-maggio cliccare qui). I giurati della commissione tecnica saranno presenti alla serata di premiazione dei TopLegal Industry Awards prevista per il 16 maggio presso Palazzo Mezzanotte in Piazza Affari (Milano). Per qualsiasi ulteriore informazione è possibile consultare il sito dei TopLegal Industry Awards qui.