Padova e Verona

Così simili ma così diverse

Entrambe motore della ripresa del Triveneto, le due città si fanno però portatrici di due diverse concezioni di studio legale

15-06-2018

Così simili ma così diverse


Sono sessantanove i chilometri che separano, in linea d’aria, la seconda e la terza città del Veneto: Verona e Padova. Poco più di un’ora d’auto o, per i più temerari, meno di una giornata di cammino. Distanze limitatissime che lascerebbero intendere ben poche differenze. Le due città, invece, pur condividendo molti tratti a livello economico, a ben guardare, si dividono su alcuni aspetti, soprattutto se si vanno a indagare le dinamiche e l’anima del mercato legale. Gli studi legali operanti nelle due città sono infatti rappresentabili attraverso due movimenti opposti: centripeto per Padova e centrifugo per Verona.

La forza centripeta di Padova
Padova, anche grazie alla sua posizione geografica strategica, è caratterizzata da una forza centripeta che ha sempre spinto studi di rilevanza nazionale e internazionale a istituire una propria sede in loco per meglio raggiungere e servire le aziende del Triveneto.Gianni Origoni Grippo Cappelli, Ls Lexjus Sinacta, Rödl, Tonucci, Withers, Osborne Clarke, Cba e La Scala, sono solo alcune tra le insegne che hanno scelto Padova come base per insidiare la regione e le zone limitrofe. E anche se alcune tessere del mosaico legale patavino sono venute meno negli anni, con la chiusura, ad esempio, degli uffici di Clifford Chance e Simmons & Simmons, Padova continua a essere la terza città italiana per numero di studi di portata non strettamente locale, dopo le irraggiungibili Milano e Roma.

L’espansione di Verona
Movimento centrifugo, invece, per Verona che, al margine ovest della regione, sconta da un lato la lontananza dall’unico tribunale amministrativo regionale basato a Venezia, e dall’altro una vicinanza troppo spinta con Milano. Fattori, questi, che non hanno però frenato la crescita di alcune realtà legali e fiscali locali che negli anni sono riuscite a imporsi sia nel contesto cittadino ma soprattutto a livello nazionale: Lambertini, Belluzzo, Mercanti Dorio sono alcuni degli studi espressione di questa espansione fuori dai confini veronesi.

Rarissimo invece il caso di uno studio presente con sedi nelle due città.
Tra questi Pirola Pennuto Zei e Legalitax. Proprio quest’ultimo nel 2016 è stato il protagonista di un mega lateral di 16 professionisti provenienti da Nctm e che ha coinvolto i partner Maurizio Cimetti, Roberto Limitone ed Eugenio Salvi. Tali defezioni hanno determinato l’abbandono del Veneto da parte di Nctm che, con la sua sede locale, in passato era arrivato a essere lo studio più numeroso della regione.

La partita delle insegne veronesi
Le due città venete sono caratterizzate — come del resto tutto il Triveneto — da imprese familiari, molte delle quali sono state capaci di sopravvivere alla crisi consolidando la loro posizione nei rispettivi mercati, crescendo fino a superare la dimensione di Pmi. Un dato vero soprattutto per Verona, in grado di attirare nel suo intorno anche società multinazionali. Risultati raggiunti, secondo lo studio Mercanti Dorio, «nonostante la società veronese da più di cinque anni apparentemente non riesca a esprimere visione e comunità di intenti nella gestione di vicende con rilevante impatto economico e in generale paghi l’assenza di una visione strategica condivisa». Una mancanza di unità che, all’interno del comparto legale, va di pari passo con «la carenza di rapporti internazionali, politici e governativi di alto livello, che invece gli studi di maggiori dimensioni possono spendere », ha dichiarato Lamberto Lambertini. Questo, negli anni, ha comportato una crescente presenza dei grandi network “in visita” nel capoluogo veneto, che hanno intercettato sempre più spesso i mandati locali grazie alle loro reti di relazioni. E così — per citare solo una delle ultime operazioni che hanno interessato una impresa veronese — nessuno studio locale ha preso parte alla cessione di Fedrigonial fondo Bain Capital.

Se, dunque gli studi veronesi non vorranno perdere una partita tutta da giocare in casa dovranno lavorare proprio per ritrovare una presa sulle grandi operazioni delle aziende del territorio. Una risposta in questo senso giunge proprio da Lambertini: «Abbiamo dato maggior impulso alla nostra attività legale alla consulenza complessiva alle imprese di famiglia» ha spiegato Lamberto Lambertini parlando di assistenza al finanziamento, patti di famiglia, passaggi generazionali e governance. Allo scopo lo studio ha contribuito a creare un’associazione con una decina di professionisti di altri studi del Triveneto denominata Pro Family Business composta da quattro avvocati, un notaio, sei commercialisti e un manager che si avvale della partnership con Equita Sim ed Edmond de Rothschild.

Servizi in ascesa, riparte l’M&a
L’area tra le due città, ma il Nord-est in generale, ha beneficiato di una importante fase di ripresa trainata dall’export. Sul fronte legale questo si è tradotto in un progressivo calo dell’assistenza in ambito fallimentare e delle ristrutturazioni del debito anche se alcuni studi, come Ls Lexjus Sinacta (che ha gestito la liquidazione di Fonderie Anselmi) e Gianni Origoni Grippo Cappelli (che ha assistito Grandi Molini Italiani nel processo di concordato) hanno mantenuto una stabile attività su queste practice.

Negli ultimi anni è invece cresciuto il contenzioso bancario, spinto dalla crisi delle banche venete. La sola vicenda di Banca Popolare di Vicenza ha visto attivarsi nel solo Veneto Lambertini, al fianco dell’ex presidente Zonin, nonché Spinazzi Azzarita Troi Genito (Sat) per un gruppo di grandi azionisti della banca per l’ottenimento di risarcimenti e Legalitax al fianco di diversi imprenditori veneti. Tutti gli studi sono, infine, concordi nel segnalare una ripartenza dell’M&a sia, come detto, tramite il consolidamento di diverse realtà locali, nonché per l’interesse di un rilevante numero di operatori stranieri interessati alle attività locali.

Questo ritornato interesse per le attività commerciali ha portato a una serie di cambiamenti nelle strutture degli studi che, soprattutto nel padovano, sono cresciute tramite la valorizzazione interna dei propri professionisti. Legalitax ha nominato Lorenzo Camilotti (societario) e Leonardo Ferri de Lazara (tax) quali soci equity mentre Withers ha scelto Nicola Bau (contrattualistica ed export) quale special counsel. Rödl ha siglato la partnership con l’associazione Italia Startup con l’obiettivo di sostenere i progetti d’impresa innovativi e internazionali e ha nominato a partner Giovanni Fonte (corporate tax). Sat, dopo avere formalizzato l’ingresso in insegna di Silvio Genito, nel corso del 2017 ha ulteriormente allargato la partnership a Costanza Semenzato, Silvia Gagno e Matteo Vernizzi. Infine, Cba negli ultimi giorni di maggio ha comunicato l’ingresso nella partnership di Barbara Sartori (It e Ip) e Daniela Sorgato (contenzioso e banche).

Tra gli studi che hanno deciso di investire sulla propria sede di Verona si segnala l’ingresso in Gambino Repetto di Nicolò Manzini, proveniente da Link - Integrated Knowledge e che in passato ha guidato la sede di Macchi di Cellere Gangemi. Ma è proprio quest’ultimo studio a essere riuscito, negli anni, a costruire una struttura competitiva su più aree. Un processo di crescita iniziato nel 2012, con l’ingresso dell’esperto di energy Francesco Piron, e continuato fino a oggi, con le ultime nomine a partner di Giulia Verga ed Enrico Storari per l’automotive, che hanno portato a sette il numero di soci attivi nella sede veneta.

 

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