COVERED BOND, PER I LEGALI SI APRE UN MERCATO DA 20 MILIARDI L'ANNO

24-11-2006

COVERED BOND, PER I LEGALI SI APRE UN MERCATO DA 20 MILIARDI L'ANNO

Per Natale, le banche italiane e con esse gli studi legali, riceveranno probabilmente un bel regalo. Il Consiglio di Stato ha oggi inviato alla Banca d’Italia il parere sulla normativa secondaria relativa ai covered bond e, se positivo, mancherebbe soltanto il via libera del Ministero dell’Economia. La stessa Banca d’Italia punta a presentare alla prossima riunione del Cicr, prevista a dicembre, la stesura definitiva delle istruzioni di vigilanza sui covered bond bancari. Ma è necessario avere in mano il decreto del Ministero del Tesoro. Tramite questo provvedimento, le banche potranno contare su un nuovo strumento di raccolta, alternativo rispetto alle cartolarizzazioni di mutui residenziali. E ciò si tradurrà in nuove opportunità per tutti i team di Banking & Finance degli studi legali che si occupano di cartolarizzazioni, a cui il numero di TopLegal in uscita a dicembre dedica un ampio servizio. Sul tema, TopLegal ha interpellato Andrea Perin (nella foto), amministratore delegato di Finanziaria Internazionale Securitisation Group.


I covered bond rivoluzioneranno il mercato delle cartolarizzazioni bancarie?
I covered bond consentiranno alle banche italiane l’accesso a un ulteriore segmento di investitori consentendo una diversificazione delle fonti e un costo di raccolta molto attraente. Si tratta di uno strumento di raccolta che si affiancherà alle cartolarizzazioni, che non penso subiranno un impatto significativo.

Perchè?
Una delle caratteristiche principali dei covered bond è quello della elevata “liquidità” dei titoli, che si ottiene solo se le emissioni hanno una dimensione da almeno 1 miliardo di euro: questi ammontari potranno essere appannaggio solo di poche banche in Italia. Infine bisogna considerare l’effetto delle limitazioni che la Banca d’Italia intende introdurre con il proprio regolamento atteso entro fine anno. Credo che il mercato delle cartolarizzazioni non avrà ripercussioni mentre potrà svilupparsi in parallelo il mercato dei covered bond italiani.

Quali i vantaggi per una banca nell’emettere questo tipo di obbligazioni garantite?
Con operazioni di questo tipo le banche ottengono essenzialmente una riduzione del costo della raccolta per durate che sono, usualmente, molto più lunghe (oltre i 10 anni) rispetto alle forme tradizionali di raccolta. Si tratta anche di una diversificazione delle fonti di provvista.

Che tipo di limiti saranno fissati alle banche per queste emissioni?
Il documento sulla “Disciplina delle obbligazioni bancarie garantite” che la Banca d’Italia ha inviato al mercato nel mese di agosto per la consultazione rappresenta con buona approssimazione quella che sarà la disciplina finale. In particolare nella bozza in consultazione sono fissati limiti soggettivi e limiti alle cessioni (in termini di importi). Per quanto riguarda i limiti soggettivi al momento si prevede che le banche potranno effettuare operazioni di covered bond solo se contemporaneamente il patrimonio di vigilanza consolidato non sia inferiore a 500 milioni e il coefficiente patrimoniale complessivo (sempre a livello consolidato) non sia inferiore al 10%. Per quanto riguarda i limiti alla cessione degli attivi al momento si prevede che saranno legati al rispetto di determinate soglie dei coefficienti patrimoniali (incluso il Tier 1 ratio).

Potrebbe fare una stima delle emissioni che si avranno una volta approvato il regolamento?
Alla luce dei limiti normativi (regolamento Banca d’Italia) e di mercato (la dimensione delle operazioni) penso che il numero di potenziali emittenti di covered bond in Italia sarà un numero abbastanza ristretto: forse non più di 5/8 banche. E si tratta ovviamente delle più grandi. È difficile stimare il volume di emissioni che ognuna di queste banche potrà sviluppare: credo comunque che nei primi anni non vedremo emissioni per più di 15/20 miliardi.


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