Nell’ambito della vicenda relativa al Fallimento Medeghini (gruppo lattiero-caseario bresciano), che ha visto un passivo di circa 600 milioni di euro, il Giudice per l’Udienza Preliminare di Brescia, Alessandra Di Fazio, al termine dell’udienza preliminare, ha pronunciato una sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Michele Gentile, consulente fiscale svizzero del Gruppo Medeghini prima del fallimento.
Gentile, difeso da Andrea Puccio (in foto), managing partner di Puccio Giovannini, era imputato per concorso in bancarotta fraudolenta con Arturo e Giovanni Medeghini e con Mauro Mor, amministratori delle società fallite, nei confronti dei quali è stata recentemente pronunciata dal Tribunale di Brescia una sentenza di condanna, rispettivamente a otto anni e a tre anni e quattro mesi.
Dopo la richiesta del pubblico ministero, che ha insistito per il rinvio a giudizio, il Gup, accogliendo integralmente le argomentazioni difensive, ha emesso una sentenza di non luogo a procedere, perché il fatto non sussiste, non ritenendo necessaria la celebrazione del dibattimento a carico di Michele Gentile.
L’originaria imputazione a titolo di bancarotta fraudolenta per distrazione (in relazione a presunte fatture per operazioni inesistenti) è stata successivamente riqualificata dal pubblico ministero in bancarotta preferenziale. Tuttavia, nonostante la predetta riqualificazione, la tesi accusatoria non ha trovato accoglimento da parte del Gup.
Il crac da 600 milioni di euro del gruppo ha coinvolto quasi 80 imprese riconducibili al gruppo Medeghini, di cui 21 società fallite - le principali - tutte operanti nel settore della produzione e vendita di prodotti lattiero-caseari.
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