A volte c’è un abisso tra quello che i legali in house chiedono e quello che viene offerto loro dagli advisor esterni. Far incontrare domanda e offerta, infatti, non è sempre una questione immediata. «Non parliamo la stessa lingua!», affermò una volta, nel corso di un’intervista, un direttore affari legali. Eppure, le due categorie di legali – da una parte gli studi d’affari, dall’altra i direttori affari legali – rappresentano, in fondo, due facce della stessa medaglia, che però faticano a comunicare.
Introdurre in studio un ex in house, che possa trasmettere la propria esperienza business, può essere la chiave giusta per superare le divergenze. Fenomeno che, per esempio, negli Stati Uniti è la prassi. E che adesso,anche alcuni studi legali italiani stanno iniziando a valutare come opportunità. Grande Stevens ha deciso di aprire le porte ai general counsel. Così, prima Diego Saluzzo (in foto), ex general counsel di Iveco, e poi Fernando Massara, ex gc di Exor, hanno fatto il loro ingresso in studio. «In Europa lo spostamento di un in house in uno studio legale è guardato ancora con sospetto», evidenzia Saluzzo. «Qui si nasce e si muore in house, quasi fossimo due specie diverse». La presenza di un avvocato con diretta esperienza business, è utile, appunto, a migliorare le modalità di approccio con gli in house. Anche se il consulente esterno conosce bene la realtà aziendale, infatti, è difficile che abbia l’esperienza di un professionista che vi ha lavorato all’interno.
Già in passato alcuni studi milanesi avevano cercato di allettare il gc con varie proposte. Proposte a cui, però, non aveva mai ceduto, «diciamo che ero per loro una sorta di “What women want”, però focalizzato sugli in house: sapevo quali erano le esigenze delle aziende e cosa si chiedeva ai consulenti esterni». Quella dello studio torinese, invece, storico consulente del Lingotto al quale però Saluzzo non ha mai conferito incarico personalmente, è stata una proposta da non rifiutare, per giunta arrivata in un momento in cui, ricorda Saluzzo, «ero in bilico tra il blasone del passato e un progetto per il futuro». Tra i motivi che hanno allettato l'ex gc c'è il progetto dello studio sull’espansione del brand non solo in Italia. Progetto di cui Saluzzo è una delle chiavi. Con l'ingresso dell'ex gc di Iveco e di Fernando Massara, che ha lasciato Exor per l'insegna torinese, quella dello studio appare, dunque, una ben determinata strategia di reclutare in house per meglio rispondere ai desiderata dei clienti. E chissà che questo non possa essere il trend dei prossimi mesi.
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