Il tempo stringe. A maggio del 2018 entrerà in vigore il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (Gdpr) che mira ad adeguare la data protection di tutti i Paesi membri dell’Unione alla corrente evoluzione tecnologica. Ma dal punto di vista operativo, cosa cambia per le nostre società? Il regolamento è chiaro nel definire ruoli e responsabilità? E ancora, vi è il rischio che la maggior tutela si traduca in un ostacolo alla competitività a livello internazionale delle nostre imprese?
Di questi temi si è discusso giovedì 12 ottobre a Roma durante il seminario Il nuovo Regolamento Europeo sulla Protezione dei Dati Personali – Profili operativi, organizzato da Curtis Mallet-Prévost Colt & Mosle, in media partnership con TopLegal.
Con la moderazione del partner di Curtis, Dino Dima (in foto), hanno preso parte ai lavori in qualità di relatori: Mario Malagnino e Antonio Caselli, rispettivamente membro dell’Ufficio di Vice Presidenza e responsabile dell'Unità documentazione internazionale e riforma normativa UE del Garante per la Protezione dei Dati Personali; Monica Cavaliere, senior legal counsel di Bristol-Myers Squibb; Gianluca Ciacci, professore di informatica giuridica e legal aspects of It alla Luiss di Roma; e Fabrizio Vismara, partner di Curtis.
Molteplici le questioni analizzate dai relatori che nelle loro analisi concordano su un punto: c’è ancora da lavorare.
Gianluca Ciacci pur lodando alcune delle novità presenti nel nuovo regolamento, come l’aggiornamento della disciplina all'attuale evoluzione tecnologica, si è soffermato sull'effettiva capacità di tutelare i dati da parte del Gdpr, dando spazio agli obblighi introdotti sia al momento della progettazione (privacy by design) che nella modalità operativa del trattamento dei dati, per impostazione predefinita (privacy by default), garantendo l’utilizzo dei soli dati necessari per ciascuna specifica finalità di trattamento.
Si tratta di modifiche che, nell’opinione di Antonio Caselli, si inseriscono nel solco già tracciato dalle norme già esistenti. Un’evoluzione più che una rivoluzione, la quale dovrebbe portare a una maggiore proattività delle società – maggiormente responsabilizzate dal regolamento – nonché nuovi diritti per i titolari dei dati
Meno chiara, invece, la gestione dei dati trasferimento a terze parti, tema affrontato da Monica Cavaliere, la quale, soffermandosi specificatamente sul valore delle binding corporate rules - un set di regole volto a consentire il trasferimento di dati dal territorio di uno Stato verso Paesi terzi (extra-UE) tra società facenti parti dello stesso gruppo d'impresa – ne ha elencato alcuni aspetti negativi nonché i principali vantaggi.
Mario Malagnino, nel suo intervento, ha delineato la figura del Data protection officer (Dpo), professionista con competenze giuridiche, informatiche ma anche di gestione del rischio che avrà il compito di mettere in atto politiche di gestione del trattamento dei dati personali conformi alla normativa di riferimento. Si tratta di un ruolo non completamente nuovo in quanto già ufficializzato da diversi Stati dell'Unione (ma non l’Italia) in recepimento della direttiva 95/46/CE.
Infine, Fabrizio Vismara di Curtis si è concentrato sulla strutturazione del nuovo sistema sanzionatorio e sul suo coordinamento con le norme attualmente in vigore, evidenziando gli impatti della piena applicazione del regolamento.
Il tema della data protection sarà ulteriormente approfondito sul numero di dicembre/gennaio di TopLegal Review.
TAGS
Curtis FabrizioVismara, DinoDima, MonicaCavaliere, GianlucaCiacci Garante per la protezione dei dati personali, Bristol-Myers Squibb, Luiss Guido Carli