«La corruzione privata è un reato che viola la libertà di concorrenza». È un'affermazione dell'avvocato penalista Guido Carlo Alleva (in foto) interpellato da TopLegal nell'ambito di una serie di interviste (avviate il 26 aprile) sul ddl anticorruzione, il cui ultimo emendamento è stato depositato il 17 aprile scorso dal ministro Paola Severino alle
commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera. Il punto sul ddl verrà fatto il
prossimo 8 maggio, dopo la scadenza del termine per i subemendamenti,
prevista per il 4.
Tra le novità del disegno di legge anticorruzione c'è l'introduzione dei reati di corruzione privata e di traffico di influenze. Quale impatto avrà sulle aziende? Ci saranno adeguamenti anche in materia di 231?
La novità di maggior rilevanza sarà la ristrutturazione della norma 2635 del codice civile, sulla corruzione privata. Mi sembra che il progetto preveda, cosa che io trovo molto utile, l’aggancio alla 231, per cui l’inclusione nella lista dei reati in costanza dei quali si incorre nella responsabilità prevista dalla 231. Così come con il traffico di influenze e il millantato credito si copre un’area di comportamenti in violazione delle regole basiche. Ma come dicevo prima, il vero grande impatto sarà sulla corruzione privata.
Ancorchè l’impostazione del reato sul danno piuttosto che sul semplice pericolo - ossia il fatto viene considerato reato solo nel caso in cui c’è un danno preciso alla società il cui dipendente è corrotto e non solo per il pericolo che ciò si verifichi - limiti parzialmente l’ambito di applicazione del principio, credo che questo avrà comunque un forte impatto sul mercato perché la corruzione privata in Italia è un dato endemico
Molti hanno subito lo sbilanciamento del mercato a causa di un vantaggio che altri si sono procurati tramite un comportamento corruttivo. Questo si traduce, immancabilmente, in un danno alla società che si trova spesso ingiustamente a pagare un prezzo superiore rispetto a quello che si troverebbe a pagare in regime di normale concorrenza. Per cui è un reato che viola la libertà di concorrenza e grazie alla punibilità si ristabilisce il riequilibrio del mercato.
Non ci sarà nulla, invece, sul falso in bilancio, né sull’autoriciclaggio. Sarebbe invece stato necessario introdurli?
Il falso in bilancio punito agli artt. 2621 e 2622 del Codice Civile c’è già. Il tema vero è riportarlo a un crimine di maggiore gravità. Non so se il ddl anticorruzione fosse la sede opportuna, tuttavia, un certo ribilanciamento andrebbe fatto e lo stesso dicasi per ciò che attiene all’ autoriciclaggio che meriterebbe approfondimenti . Temo però che i tempi di questo Governo siano troppo rapidi e non lo consentano. Ritengo sia infatti necessario un discorso articolato e approfondito, meritevole di una seria discussione parlamentare.
Saranno aumentate le pene massime dei reati di corruzione già esistenti. Potrà servire da deterrente?
La funzione generale preventiva è sempre una funzione essenziale della pena. Penso che l’aggravamento delle pene potrebbe servire a diminuire il numero di quelle situazioni molto rischiose per cui spesso accade che l’impiegato pubblico prenda dei soldi per mansioni che dovrebbe svolgere per la comunità e previste nel suo normale lavoro.
I clienti vi hanno chiesto già dei pareri in merito? Potrebbe aumentare il numero di consulenze sul tema?
Sulla corruzione privata già da parecchi anni stiamo fornendo opinioni ai nostri clienti, ma credo che ci sarà un aumento delle consulenze e dovremo riparlare con i nostri clienti per fissare bene i confini tra ciò che è lecito e ciò che invece non lo è.
L'intervento