Nel contesto attuale dell'Eurozona, caratterizzato da timori espressi dalla Presidente della BCE Christine Lagarde riguardo l'aumento degli NPL (Non-Performing Loans), si inserisce la proposta di Fratelli d’Italia, e non solo, per rendere nuovamente solvibili alcuni crediti deteriorati. Questa proposta, già respinta dalla Banca Centrale Europea, suscita notevoli preoccupazioni.
L’impatto negativo del nuovo DDL sui Crediti Deteriorati
Il dibattito si concentra su due disegni di legge, il DDL 1246 e il 441. La loro attuale formulazione, secondo la mia prospettiva, porterà impatti negativi significativi. Essa infatti interviene pesantemente su un "ecosistema" che include banche creditrici, loro cessionari, investitori e debitori, un sistema che ha raggiunto una certa stabilità di mercato dopo le crisi del 2015-2020. Questi DDL, nella loro forma attuale, minacciano di destabilizzare questo delicato equilibrio.
Uno dei principali problemi è poi la retroattività della norma. Se la riforma dovesse essere applicata alle operazioni già concluse, ciò significherebbe invalidare migliaia di business plan e compromettere la credibilità del sistema bancario italiano. Inoltre, la soglia di applicazione della norma a esposizioni fino a 25 milioni di euro appare irrazionale, in quanto pochi consumatori o piccole e medie imprese (PMI) si trovano in questa situazione di indebitamento.
La proposta di esdebitazione a "sconto" e la creazione di diseguaglianze tra diversi tipi di debitori (ceduti o non ceduti) sono ulteriori aspetti critici. Questo approccio rischia di avviluppare il mercato, disincentivando gli investimenti in cartolarizzazioni, aumentando il costo del denaro e penalizzando proprio quelle categorie più vulnerabili che si intende proteggere.
Possibili strategie per una tutela equilibrata
Per salvaguardare efficacemente i piccoli debitori, gli interessi delle banche e degli acquirenti di debito, forse occorrerebbe un approccio un po' diverso. Bisognerebbe partire dalla creazione di cluster adeguati, eliminando il solo parametro dei 25 milioni di euro e applicando criteri più realistici e pertinenti. La riforma dovrebbe mirare a proteggere i consumatori, gli artigiani e le PMI, definendo soglie di indebitamento più in linea con la realtà di questi soggetti.
Un meccanismo di supporto pubblico potrebbe essere necessario per aiutare questi soggetti più deboli a gestire le loro esposizioni in sofferenza. Questo intervento dovrebbe mirare a prevenire il rischio che questi debitori contraggano ulteriori debiti, spesso a condizioni molto più onerose, per estinguere i debiti pregressi, visti i tempi ipotizzati dalla riforma. Una tale misura protettiva potrebbe essere comunque inevitabile alla luce dell'aumento dei tassi di interesse, che ha già messo in difficoltà molti consumatori e artigiani.
Conclusioni
In conclusione, mentre la Direttiva UE 2167/2021 sugli NPL si avvicina, l'Italia dovrebbe attendere l'introduzione di questa direttiva per apportare eventuali aggiustamenti. Una riforma prematura, specialmente una che è oggetto di numerose critiche, potrebbe risultare inopportuna. La nostra priorità dovrebbe essere quella di trovare un equilibrio tra la protezione dei soggetti più vulnerabili e il mantenimento della stabilità e dell'affidabilità del sistema bancario.
DDL Salva-Debitori.pdf
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