DE BERTI JACCHIA CON STANLEY NELLA CAUSA CONTRO IL GOVERNO ITALIANO

Chiesti danni per 1,5 miliardi di euro

18-05-2010

DE BERTI JACCHIA CON STANLEY NELLA CAUSA CONTRO IL GOVERNO ITALIANO

Stanley, uno dei principali operatori europei nel settore delle scommesse sportive, ha oggi avviato un’azione risarcitoria di 1,5 miliardi di euro contro lo Stato italiano.

Stanley è rappresentata nella causa risarcitora dagli avvocati Roberto A. Jacchia, Antonella Terranova e Fabio Ferraro dello studio legale De Berti Jacchia Franchini Forlani, insieme all’avvocato penalista Daniela Agnello.
I professori Pietro Rescigno dell’Università di Roma e Luigi Prosperetti dell’Università di Milano hanno dato il loro apporto, l’uno sul piano legale e l’altro per gli aspetti economici.

L’azione, è stata instaurata  nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha ad oggetto la richiesta di danno emergente, lucro cessante, perdita di chance e danno all’immagine nel periodo 1998-2006 durante il quale l’accesso di Stanley al mercato italiano è stato continuamente ostacolato da provvedimenti del Parlamento, dell’Amministrazione e della Magistratura contrari al diritto dell’ UE.

L’azione rappresenta l’ultimo sviluppo di 12 anni di contenzioso avviato dal maggio 1998. Nel 2001, il tentativo dello Stato di impedire l’operatività di Stanley ha determinato azioni di polizia giudiziaria e la chiusura di centinaia di punti al dettaglio. Il risultato fu un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia conclusosi con la storica sentenza Gambelli del 2003 che ha confermato il diritto di Stanley di offrire servizi transfrontalieri di scommessa sportiva. Nonostante tale decisione, Stanley, da allora ha ripetutamente subito il diniego di accesso al mercato ed è stata obbligata ad affrontare più di 2.000 processi. In più di un’occasione, la posizione di Stanley è stata avallata dalla Corte di Giustizia Europea e dai giudici nazionali, inclusi la Corte di Cassazione e il Consiglio di Stato.

La sentenza della Corte di Giustizia resa nel 2007 nel caso Placanica ha confermato il diritto di Stanley di offrire in Italia servizi transfrontalieri di scommessa sportiva attraverso la propria rete di CTD. Nel Gennaio del 2010, nel decidere altre cause di merito nelle quali Stanley era la parte sostanziale, la Corte Suprema di Cassazione ha effettuato nuovi rinvii pregiudiziali alla Corte di Giustizia che dovrà pronunciarsi sulla compatibilità del sistema concessorio introdotto dalla legge Bersani del 2006 con i principi del diritto dell’UE

Infine, Stanley ha deciso di proporre un’azione risarcitoria per i danni subiti. In base al diritto dell’UE, gli Stati Membri sono responsabili per i danni derivanti dai loro atti e comportamenti in violazione delle norme comunitarie, a prescindere dagli organi o dalle autorità che li abbiano posti in essere. La Corte di Giustizia Europea ha statuito che la responsabilità degli Stati Membri non esclude quella personale dei funzionari pubblici. Stanley intende proporre azioni individuali nei confronti dei funzionari dell’Amministrazione italiana che hanno consapevolmente preso parte alle violazioni del diritto dell’UE all’origine del danno ingiusto.

“L’azione odierna rappresenta un rimedio estremo” dice John Whittaker, Direttore Esecutivo di Stanley. “Noi siamo sempre stati chiari nel voler ricercare una soluzione negoziata con lo Stato italiano. Invece, siamo ancora oggi costretti a combattere una battaglia che dura da 12 anni per affermare i nostri diritti. Le vittorie che abbiamo ottenuto nelle varie sedi durante questi anni non sono state sufficienti e dobbiamo porre fine a tali comportamenti”, continua.

“Nonostante i recenti sviluppi legislativi che lasciano intendere un cambiamento, sia per i punti fisici che per l’offerta on-line, noi continuiamo ad essere trattati in Italia come dei fuorilegge. I titolari dei CTD corrono rischi di arresto e molestie ed i negozi continuano ad essere sequestrati per mano di pubblici ministeri e funzionari. I consumatori non possono in questo modo beneficiare della scelta e della qualità del servizio offerte da un mercato delle scommesse sportive realmente aperto. Ci dispiace che le circostanze non ci abbiano lasciato alternative”, conclude John Whittaker.

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