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Decreto Omnibus: retromarcia o rivoluzione?

Abbiamo chiesto i pareri di Rita Rolli (Università di Bologna) e Alessio Minutoli (Aisca)

26-03-2025

Decreto Omnibus: retromarcia o rivoluzione?

 

di Francesca Lai


Stimolare la competitività e liberare capacità di investimento aggiuntiva. Queste le ragioni del recente Decreto Omnibus adottato dalla Commissione Ue. Il pacchetto mira a bilanciare la necessità di una regolamentazione più leggera per le piccole e medie imprese con la sostenibilità ambientale. Secondo le stime ufficiali della Commissione Ue, le proposte apporteranno risparmi complessivi in termini di costi amministrativi annuali di circa 6,3 miliardi di euro e mobiliteranno capacità aggiuntive di investimento pubblico e privato pari a 50 miliardi di euro.  


«Viene introdotto un vero "shock di semplificazione" – spiega Rita Rolli (nella foto, a destra), Ordinario all’Università degli Studi di Bologna, avvocato dello studio Galgano e board member di Snam.  Non si tratta di una deregolamentazione, quanto di una necessaria semplificazione normativa». Il suo scopo è ridurre almeno del 25% gli oneri amministrativi per le grandi imprese e del 35% per le pmi entro la fine del mandato della Commissione Ue, sottolinea la professoressa Rolli. 


«La crisi energetica, le difficoltà economiche globali e la necessità di mantenere la competitività dell’Europa nei settori più colpiti, come quello automobilistico, richiedono interventi tempestivi», continua Rolli. L’intervento si propone di rispondere alle difficoltà economiche globali, mirando a rimuovere le barriere burocratiche che ostacolano la crescita, ma senza compromettere gli impegni legati al Green Deal.
Il pacchetto Omnibus si inserisce quindi in una strategia più ampia e di lungo periodo. Alessio Minutoli (nella foto, a sinistra), direttore generale di Aisca (Associazione italiana dei segretari del Consiglio di amministrazione e per la corporate governance), sottolinea come le proposte di modifica della Csrd (Corporate sustainability reporting directive) e della Csddd (Corporate sustainability due diligence directive) siano parte integrante di un piano europeo per meglio coordinare gli impatti delle imprese.

 

«L’equilibrio tra sostenibilità e competitività è alla base delle modifiche proposte. Gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità, ad esempio, riguarderanno solo le imprese con almeno 1.000 dipendenti e un fatturato superiore a 50 milioni di euro o un attivo patrimoniale oltre i 25 milioni, escludendo così tutte le pmi quotate che erano state precedentemente coinvolte» afferma.

 

Rita Rolli e Alessio Minutoli sono anche docenti all’Executive Master in Esg Leadership di TopLegal Academy, che si concluderà a Milano il 4 aprile 2025. Inoltre, saranno ospiti del webinar di TopLegal e TopLegal Academy di giovedì 27 marzo 2025 dalle 12.30 alle 13.15, intitolato “Decreto Omnibus: aiuto per le imprese? I vantaggi”Clicca qui per iscriverti gratuitamente al webinar

 

L’articolo completo è stato pubblicato su TopLegal Digital di marzo 2025 – n. 5. Registrati / accedi al tuo profilo per sfogliarla gratuitamente


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