Continuano ad agitarsi le acque all'interno dello studio legale Dewey & LeBoeuf. E, dalla bufera, potrebbe emergere un nuovo colpo di scena. L’insegna americana, infatti, dopo aver previsto una riduzione dei partner, rinegoziato il debito con le banche e aver in effetti perso quasi 50 soci da gennaio, starebbe studiando un nuovo modello di retribuzione dei propri professionisti. Si tratterebbe, secondo Legalweek, di prevedere una parte dei compensi dei partner "in differita", ossia spalmati su un arco di tempo di 10 anni.
Il colosso americano ha creato un esecutivo composto da cinque membri che dovrà dare vita a quello che viene indicato come un “piano di incentivi finanziari” per i soci. Nella sostanza, si tratta del modello retributivo adottato nelle aziende per fidelizzare i manager e legarli ai risultati raggiunti. Le difficoltà economiche affrontate dallo studio appaiono la migliore occasione per varare la nuova formula di compensi per i partner, con risorse che di fatto sarebbero trattenute per essere erogate nel corso di intervalli pluriennali.
Intanto, continuano le trattative con le banche (Citi in particolare), verso cui lo studio è esposto in totale per 225 milioni di dollari, per rivedere i criteri di gestione della propria esposizione finanziaria.
Dewey, inoltre, nel 2010 aveva realizzato un’emissione obbligazionaria da 125 milioni di euro, con diverse scadenze da 3 a 10 anni. Anche questo bond dovrà essere rimborsato, facendo accrescere a un totale di 350 milioni di euro l’esposizione dello studio.
Anche sul bilancio 2011 lo studio sembra procedere con qualche inciampo. Sempre secondo Legalweek, qualche mese fa Dewey avrebbe diffuso cifre sullo scorso esercizio indicando ricavi in crescita (935 milioni di dollari, rispetto ai 910 milioni del 2010), mentre, in seguito, avrebbe rivelato ai soci valori assai più bassi (780 milioni di dollari nel 2011, in linea coi 770 del 2010).
Dewey in Italia è presente a Roma e Milano e diretto da Bruno Gattai (in foto).
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