Salta la tanto attesa fusione tra le law firm americane Dewey e Orrick. La notizia si apprende oggi dalle pagine dei più importanti quotidiani statunitensi. Ma i sospetti che le cose non stessero andando benissimo risalgono a diverse settimane fa.
In Italia, intanto, la eco di questo nulla di fatto ha il sapore amaro di un’occasione perduta: Dewey Orrick, qui, sarebbe diventato uno studio con 90 avvocati e un giro d’affari annuo di circa 20 milioni. Un’assoluta novità nell’approccio delle firm a stelle e strisce al mercato italiano, come spiegherà TopLegal nel suo numero di febbraio.
Dewey Orrick sarebbe stato un unicum anche per lo spettro dei servizi che avrebbe potuto offrire. Gran parte delle firm americane si focalizzano su operazioni nella parte alta del mercato di M&A e Capital markets. Oltre a questo Dewey Orrick avrebbe potuto far valere anche specializzazioni solitamente ritenute esclusivo appannaggio delle boutique indipendenti, in particolare in settori quali Contenzioso, Tax e Amministrativo.
A novembre era già cominciata la ricerca di una sede comune che potesse ospitare avvocati e personale. Nei giorni scorsi, poi, fonti vicine ai vertici dei due studi avevano fatto sapere che il rebus su chi tra Bruno Gattai (managing partner di Dewey, nella foto) e Alessandro De Nicola (a capo di Orrick) avrebbe avuto il timone della struttura italiana, si avviava a una rapida soluzione (in favore del primo).
Ma il fatto che in Italia questo matrimonio non incontrasse particolari ostacoli conta poco. La partita, del resto, si giocava oltre oceano. E il fatto che nelle scorse settimane Dewey avesse registrato l’uscita di una decina dei suoi partner, insoddisfatti per la piega che la fusione stava prendendo, la dice tutta su chi abbia deciso di tirare il freno a mano. Quello che più sorprende, però, è che ad ottobre i comitati esecutivi dei due studi avevano annunciato l’approvazione dei termini essenziali della fusione, l’individuazione del nome e persino del logo del nuovo colosso legale made in Usa. Possibile che in quel momento, i problemi di «potere, prestigio e denaro», che secondo il Wall Street Journal avrebbero fatto saltare le nozze, non fossero stati presi in considerazione? Fatto sta che adesso entrambe le firm proseguiranno ognuna per la propria strada.
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