Il Consiglio di Stato, con sentenza n.2317 depositata il 17 aprile 2018, ha accolto il ricorso presentato da Glid, gestore uscente della concessione per l’esercizio dei distributori automatici di alimenti e bevande, a ridotto impatto ambientale, e del servizio bar della Asl di Pescara del valore di oltre 7 milioni di euro.
Glid si è affidata allo studio Di Pardo - che ha agito tramite un team formato da Giuliano Di Pardo (in foto) e Salvatore Di Pardo, coadiuvati da Luigi Quaranta - che ha sostenuto in primo grado, innanzi al Tar Pescara, la necessità di verificare l’evidente anomalia delle offerte prodotte dalla prime due concorrenti in graduatoria.
Il verdetto sfavorevole in primo grado del Tar è stato ribaltato dal Consiglio di Stato, che con la propria sentenza ha chiarito che “mentre la valutazione tecnica dell’offerta non si differenzia da quella propria delle procedure di aggiudicazione degli appalti, quella di ordine economico sottende la medesima esigenza di verifica di congruità, alla luce degli indici di inaffidabilità tipizzati dal legislatore, anche la previsione del “canone”, dovuto dal concessionario all’amministrazione concedente quale contropartita della disponibilità dei beni pubblici presso i quali svolgere il servizio, potendo manifestare profili di incongruità (in eccesso) e, quindi, alimentare ragionevoli dubbi in ordine alla corretta esecuzione del servizio”.
Dunque, secondo il Consiglo, l’amministrazione, nel verificare la congruità delle offerte risultate anomale “non potrà non tenere conto di tutti gli elementi rilevanti della fattispecie, a cominciare dal “rischio operativo” caratterizzante l’istituto concessorio, nei limiti in cui lo stesso sia idoneo a giustificare, e rendere compatibili con l’esigenza di attendibilità dell’offerta economica propria anche della figura concessoria, le previsioni circa la redditività del servizio formulate dall’impresa offerente”.
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