Era la notte tra il 30 novembre e il 1° dicembre 2007 e «un gruppo di amici - come tiene a definirli il senior partner di Legance, Filippo Troisi (in foto a destra) - decideva di assumersi il rischio di mettersi in proprio». A distanza di dieci anni da quel giorno «siamo gli stessi amici di allora, ancora con molti progetti nel cassetto», ha commentato a TopLegal lo stesso Troisi nel corso della serata con cui lo studio ha voluto festeggiare questi anni di presenza sul mercato, tendendo un occhio sempre al futuro: «Nei prossimi dieci anni bisogna puntare a completare il progetto condiviso fin dalla nostra costituzione, quello di creare una macchina in grado di viaggiare senza i suoi costruttori, perché i piloti di domani devono essere i nostri giovani. A 62 anni non voglio essere più io a rappresentare lo studio. Tutte le scelte che abbiamo compiuto sono state tese a questo: crescere delle ottime leve per affidargli le chiavi di uno studio istituzione».
Fiduciosi che nel mercato ci fosse spazio per la creazione di uno studio istituzionale, i professionisti di Legance nel 2007 hanno scommesso su squadra e capitale umano, cercando regole di governance che garantissero la tenuta dell’istituzione, senza però mortificare le aspirazioni delle persone che la compongono. Una scelta chiaramente evidente nella gestione della partnership: solo soci equity, che potessero godere appieno della fortuna economica, assumendosi di contro il rischio d'impresa. «D'altronde, non c'è rischio più grande di non prendersi alcun rischio. E ciò che chiediamo, anche ai giovani, è quello di voler rischiare», sottolinea Troisi che, ripercorrendo le scelte di governance fatte nel corso di questi anni, non nasconde di essersi assunto più di un rischio. A partire dalla decisione di spersonalizzare il nome dell'insegna in un momento storico in cui il mercato dei servizi legali era caratterizzato da legami fiduciari e brand patronimici dotati di estrema forza, passando per la scelta dei professionisti di non sedere nei Cda delle società, «una scelta di trasparenza nei confronti dei nostri clienti, mossa dalla volontà di rifuggire da qualunque conflitto d'interesse, che forse qualche opportunità di business l'ha tolta, ma che dal nostro punto di vista paga nel tempo».
L'anniversario di Legance ricorre a pochi giorni dall'apertura della nuova sede di New York, guidata dal partner Piero Venturini. «Un progetto importante, che si inserisce in questo decimo anniversario a sottolineare una strategia di internazionalizzazione che era nelle nostre intenzioni perseguire già 10 anni fa e che, già nel 2013, aveva portato all’apertura della sede di Londra», ha commentato Troisi. L'obiettivo dello studio era ed è tutt'oggi quello di essere uno studio indipendente italiano, che pratica unicamente diritto italiano senza affiliarsi a un network internazionale, ma senza fare certo mistero del desiderio di conquistare una buona reputazione a livello internazionale. «Abbiamo subito focalizzato la nostra attività verso la clientela estera interessata all’Italia, che in realtà in quegli anni non era così abbondante, e verso i principali studi esteri indipendenti. Quando poi è tornata l’attenzione degli investitori esteri sull’Italia, il lavoro preparatorio ha dato i suoi frutti».
A distanza di un decennio dalla sua nascita, le scelte compiute sul piano istituzionale e internazionale sembrano essere state premianti. Nel giro di pochi anni, grazie a una progettualità ben chiara, Legance è riuscito a imporsi come uno dei principali attori del mercato italiano. Ma la grande scommessa guarda ai prossimi dieci anni, perché è allora che si giocherà la partita del passaggio generazionale.
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