DIETRO L’EQUITY C’È DI PIÙ

23-01-2014

Diventare socio equity di uno studio per la maggior parte dei professionisti, oggi, rimane un miraggio. Alla ricerca di nuove strategie per la sopravvivenza e per l’ottimizzazione di marginalità e profit per partner, gli studi sono andati a caccia di nuovi equilibri. E nel bilanciamento di poteri, la strategia chiave è stata la riduzione dell’accesso all’equity. Eppure, questa settimana un’insegna ha rimestato le carte in tavola, puntando su un cambiamento di rotta radicale.

Tonucci, che fino all’anno scorso contava undici partner, quest’anno ne ha promossi ben sei. Un dato eccezionale, che non ha precedenti nel mercato italiano degli ultimi anni, considerando che strutture dotate di dimensioni ben maggiori si limitano ormai alla nomina di due o tre equity l’anno. Il dietro le quinte della nuova tornata di promozioni racconta una storia che ha un peso strategico per lo studio: quella di un’insegna in cui si manifesta chiaramente una duplice volontà, decentralizzare il potere e consolidare il business sull’asse Roma-Padova. 

L’ampliamento dell’equity per linea verticale non solo allarga il vertice della piramide associativa, ma favorisce anche un passaggio generazionale che si presenta ostico in uno studio come Tonucci, fortemente legato alle sorti del socio fondatore. Spersonalizzando lo studio e rendendolo appetibile su uno dei fronti che da sempre rappresenta una delle maggiori attrattive per i giovani talenti: la convinzione che, una volta superato il percorso di crescita interna, ad attenderli ci sia la poltrona di soci equity. 

Contemporaneamente, una lettura trasversale delle nuove nomine fa emergere la volontà di consolidare il business sull’asse Roma-Padova. Da un lato, promuovendo cinque soci romani, Tonucci sembra affermare chiaramente di non voler rinunciare alla dimensione romanocentrica, in cui tante altre realtà legali faticano a trovare uno spazio. D’altra parte, però, la dimensione romana da sola non basta: bisogna spingersi oltreconfine per allargare il business. E Tonucci, meglio di altri, ha capito che l’Est Europa poteva rappresentare la chiave per un’internazionalizzazione di successo. In questo senso, la promozione di Pasquale Silvestro, responsabile della sede padovana e coordinatore delle attività dello studio ad Est, sembra l’ennesima spinta in questa direzione. 

Dietro la tornata di promozioni, quindi, c’è di più. Da un punto di vista di governance, è il segnale che lo studio ha passato il Rubicone.


Maria Buonsanto
maria.buonsanto@toplegal.it


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