Lo sport rappresenta una chiave di sviluppo senza dubbio importante nell’attuale scenario nazionale ed internazionale. In esso coesistono in un rapporto tanto stretto quanto delicato, una componente sociale e una sempre più forte impronta commerciale, rappresentando oggi uno tra i primi settori industriali in Italia, come in altri Paesi.
Eppure bisogna constatare come siano ancora pochi gli istituti universitari in Italia che si occupano in maniera approfondita di diritto sportivo. E non è semplice per il giovane professionista che si affaccia al mondo del lavoro e desidera specializzarsi in questo particolare ramo, reperire informazioni e materiali utili.
Ne abbiamo parlato più approfonditamente con Salvatore Civale (in foto), presidente dell’Associazione Italiana Avvocati dello Sport, che ci ha spiegato in che modo l’associazione opera anche per cercare di dare un contributo e spingere il diritto sportivo verso nuove rotte.
Com’è nata l’Associazione Italiana Avvocati dello Sport?
L’Associazione è nata nel 2013 a Roma da 5 soci fondatori, e oggi conta circa 400 membri. L’associazione, prima del genere in Italia, persegue l’obiettivo di creare e consolidare un network di avvocati specializzati nel diritto dello sport, e lo fa adoperandosi per la formazione continua degli associati anche attraverso seminari, convegni e pubblicazioni con il contributo di associazioni, calciatori e stakeholder del settore.
Quali sono state le leve di sviluppo?
La difficoltà che cerca di colmare l’associazione è quella di offrire strumenti di informazione per fornire un quadro di insieme a chi voglia specializzarsi in diritto sportivo. Il diritto sportivo abbraccia diversi rami del diritto: penale, diritti di immagine, internazionale, arbitrale. Per questo motivo, l’obiettivo dell’associazione, nata come piattaforma per lo scambio di informazioni, oggi è quello di assolvere anche una funzione formativa, quella di formare e rappresentare professionisti altamente specializzati in diritto sportivo.
Quale posto occupa attualmente il diritto sportivo in Italia?
Intorno al tema dello sport crescono e si concentrano una pluralità di interessi, culturali e finanziari, etici e commerciali. Per tutti questi motivi, lo sport esige un’attenta riflessione in merito alle strade intraprese dalle istituzioni e dagli organi preposti alla sua organizzazione, ma anche una sempre maggiore comprensione e professionalità, affinché chi lavora nello sport sia in grado di governarne lo sviluppo e cogliere al meglio le opportunità che questo settore può offrire. Eppure, il diritto sportivo rimane una materia di nicchia, poco riconosciuta in ambito accademico.
A cosa si deve, secondo lei, un ruolo così marginale all’interno dell’università italiana?
Lo sport è diventato un vero e proprio business e il quadro normativo di riferimento è diventato inevitabilmente sempre più complesso. In tale contesto, le università italiane offrono ancora pochi corsi specifici sul diritto dello sport forse perchè il mondo accademico ancora non riesce a dare la giusta importanza ad una materia tanto affascinante quanto complessa come quella sportiva di fronte a materie classiche e fondamentali (anche per un giurista che opera nel settore dello sport) come il diritto civile, penale, amministrativo o del lavoro. Tuttavia, è da segnalare un cambio di passo positivo. Di recente, infatti, alcune università stanno organizzando interi programmi di specializzazione sul diritto dello sport mentre enti privati riescono a coinvolgere professionisti in grado di offrire corsi dal taglio più pratico.
L’associazione opera in qualche modo per avvicinarsi al mondo accademico?
L’associazione è nata poco più di quattro anni fa anche con l’obiettivo di dare un sostegno alla materia in ambito accademico. Alcuni dei suoi circa 400 iscritti collaborano attivamente con università, centri di ricerca ed enti nell’organizzazione di convegni, seminari e corsi al fine di favorire la conoscenza delle norme (sia ordinarie, sia sportive) rilevanti in materia. Il riscontro ottenuto è notevole e l’entusiasmo dimostrato da coloro che si avvicinano per la prima volta è tale da farci confidare in futuro che potrà offrire ampio riconoscimento al diritto sportivo in ambito accademico e nuove opportunità di lavoro e crescita per gli avvocati.