Cominciano a emergere le prime (scomode) carte relative alla clamorosa espulsione dell’avvocato Davide Apollo da parte di Dla Piper. In particolare, il duro documento firmato da Janet Legrand (in foto), senior partner e chairman del board di Dla Piper International, datato domenica 22 gennaio, con il quale viene annunciata l’espulsione ad Apollo intimandogli di lasciare l’ufficio sin dalla giornata di lunedì 23 gennaio.
Il documento mette un primo punto concreto in quello che è divenuto uno scontro a mezzo stampa. La scorsa settimana, dopo il provvedimento arrivato nel week end precedente, l’ormai ex partner dello studio ha diffuso un paio di comunicati ribattendo in modo duro all’espulsione e alle accuse sulle presunte irregolarità contabili (in realtà, mai dichiarate da Dla Piper) che sarebbero state alla base dell’allontanamento. Per di più, sostenendo l’arbitrarietà dell’espulsione e la non condivisione della stessa con il board di Londra. L’ultimo comunicato, quello di giovedì 26, è un atto d’accusa diretto contro il managing partner dello studio italiano Federico Sutti, e chiama in causa una serie di altri professionisti che hanno lasciato lo studio nel corso dell’ultimo anno. «La comunicazione diramata dal country managing partner la scorsa domenica agli organi di informazione – si legge – senza alcuna condivisione né col board di Dla Piper International né tantomeno con i soci di Dla Piper Italia, non è veritiera». «La diversità di vedute – proseguiva la nota – tra lo studio e l’avvocato Apollo riguarda una prassi contabile interna consolidata utilizzata per la gestione del budget dello studio Dla Piper Italia (probabilmente nota anche a Dla Piper International), alla quale l’avvocato Apollo si è dovuto adeguare su richiesta del country managing partner Federico Sutti con cui veniva evidenziato alla casa madre il raggiungimento degli obiettivi».
Dichiarazioni per le quali TopLegal.it ha cercato verifiche. Le quali sono emerse nel corso dell’assemblea dello studio italiano, tenutasi venerdì sera (cinque giorni dopo la convocazione di domenica). Nella riunione dei soci - che a quanto risulta hanno ratificato all’unanimità la decisione di Londra - è stato letto il provvedimento di espulsione firmato da Legrand e indirizzato allo stesso Apollo. In base a quanto riferito all’assemblea, l’avvocato inglese avrebbe comunicato ad Apollo la decisione assunta dal board di Dla Piper International il 21 gennaio, ovvero l’espulsione «dalla membership con effetto immediato» facendo riferimento a determinate clausole dello statuto. La lettera parlerebbe poi di «alterazione di pratiche» e di «falsificazioni di mail e documenti», e contesterebbe l’«emissione di due fatture» per complessivi 1 milione di euro. A seguire, la serie di istruzioni per lasciare libero l’ufficio sin dalla giornata del lunedì 23 gennaio successivo.
A fronte di tutto questo, sollecitato di un intervento in proposito, lo studio Dla Piper si è limitato a ribadire con una nota in arrivo da Londra: «Possiamo confermare che Davide Apollo ha cessato di essere un partner della firm il 22 gennaio 2012. Questo è un problema tra Dla Piper e Davide Apollo».
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