La Quarta Sezione del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso cautelare di Gori spa, gestore del Servizio Idrico Integrato dell'Ato 3 Sarnese Vesuviano della Regione Campania (comprendente circa 1,5 milioni di abitanti), sospendendo l'esecutività della sentenza con cui il Tar Campania aveva già condannato Gori al pagamento di oltre 5,5 milioni di euro in favore del “Commissario per l’emergenza socio-economico-ambientale del bacino idrografico del fiume Sarno – Presidenza Consiglio dei Ministri – Dipartimento Protezione Civile”, quale quota di finanziamento degli interventi fognari previsti nella gestione commissariale.
In particolare, i Giudici di Palazzo Spada hanno valutato i sopraggiunti effetti della sentenza della Corte costituzionale n. 335 del 2008 - che ha dichiarato l'illegittimità della norma che prevede la riscossione del canone per il servizio di depurazione non reso effettivamente agli utenti - sugli accordi intervenuti tra i vari soggetti (Amministrazioni centrali dello Stato, Enti Territoriali, Autorità d'Ambito e soggetti gestori) coinvolti nella organizzazione e realizzazione delle opere finalizzate al superamento della situazione di emergenza ambientale nel bacino del Sarno.
Il favorevole esito cautelare conferma la posizione assunta dalla Gori nella complessa vicenda istituzionale.
Gori è stata assistita da Francesco Cerasi e da Fabio Elefante dello studio Dla Piper unitamente a Mario Percuoco avvocato di Gori S.p.A.
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