Cassa depositi e prestiti (Cdp), Sace e Bnl-Bnp Paribas hanno perfezionato una linea di credito da 42 milioni di euro destinata allo sviluppo delle attività internazionali della società di costruzioni romana Ghella. Si tratta del primo finanziamento “Export Banca” a sostegno di attività di internazionalizzazione di un’azienda italiana. La linea di credito, della durata di sei anni, è costituita da una tranche di 30 milioni di euro erogata da Cdp e interamente garantita da Sace, e una da 12 milioni di euro erogata da Bnl. La tranche Cdp-Sace rappresenta la prima operazione di “internazionalizzazione” del sistema Export Banca, ossia il primo finanziamento concesso a un’azienda italiana per attività di sviluppo in mercati esteri, e rientra nel plafond da 4 miliardi di euro associato alla convenzione.
A seguire l'operazione è stato Dla Piper con Mario D'Ovidio, partner responsabile della practice di Banking dello studio, coadiuvato da Alessandro Dardano e Michele Parlangeli. Maricla Pennesi, partner responsabile del dipartimento di Tax, e Carlotta Benigni hanno curato i profili fiscali dell'operazione. TopLegal.it ha raggiunto D'Ovidio per capire le particolarità dell'operazione in questione.
Quali sono le caratteristiche di questa operazione?
La peculiarità dell'operazione sta nel fatto che per la prima volta si è utilizzato lo schema diretto del sistema export banca con borrower italiano. Da un punto di vista commerciale il prodotto é caratterizzato da una maggiore speditezza della fase di execution (l'attività documentale del deal è stata completata in poco più di un mese di lavoro). Il requisito principale è che venga finanziato, a condizioni di mercato, un piano di espansione su mercati esteri. L'operazione e il borrower, inoltre, devono rispettare alcuni requisiti dimensionali.
Sono già al lavoro altri deal con le stesse caratteristiche?
Sì. Pochi giorni fa il plafond per queste operazioni è stato ampliato a 4 miliardi di euro e alcune operazioni sono già in cantiere. Per quanto ci riguarda, a breve chiuderemo una seconda operazione nell'ambito del sistema export banca, questa volta a schema indiretto. Anche questa un "first of a kind".
Cosa può rappresentare per il mercato italiano? Quali prospettive?
Ritengo che la versatilità di questo strumento possa essere vista con interesse anche da una fascia di medie imprese che guardano a mercati esteri, che sono numerosissime in Italia e che, in controtendenza con gli scenari che stiamo vivendo, possono essere un grande motore di crescita di questo Paese.
Quali sono le difficoltà per i legali?
Dall'inizio dell'operazione ci siamo prefissati un unico obiettivo: quello di recepire da un punto di vista contrattuale i requisiti del sistema export banca senza stravolgere le logiche di un finanziamento corporate LMA tradizionale, questo al fine di evitare complessità non necessarie e l'allungamento dei tempi di negoziazione. E' stato come mettere il motore di un'Alfa Romeo in una Land Rover, cercando di non disturbare troppo il guidatore. Non é stato un compito facile ma penso che ci siamo riusciti.
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