Esso Italia

DOPO IL PRIMO CENTENARIO

Con una storia secolare alle spalle, la direzione legale di Exxon Mobil in Italia è in cerca di nuovi modelli organizzativi per affrontare la doppia sfida della recessione e della riorganizzazione del gruppo

03-04-2014

DOPO IL PRIMO CENTENARIO

La direzione Affari legali di Esso Italia (gruppo Exxon Mobil) dopo aver festeggiato un centenario speciale (fu costituita, probabilmente prima divisione inhouse in Italia, addirittura nel 1913) si prepara ad affrontare le sfide di business, ma anche organizzative, del nuovo Millennio.
D’altro canto il gruppo nella sua storia ultracentenaria (anche in Italia dove è presente dal 1891), ha assistito a diverse e profonde trasformazioni del business. E il legale in house, sempre più business partner dell’azienda, evolve di pari passo insieme all’impresa. Lo spiega a TopLegal Raimondo Rinaldi, Direttore Affari legali e societari di Esso Italia fin dal 1997 (e presente nella Direzione Legale di Esso dal dicembre 1992) e Presidente dell’Aigi (Associazione italiana giuristi d’Impresa). «Ci occupiamo dei riflessi legali di tutte le attività del gruppo e per farlo al meglio abbiamo già da anni pensato ad un modello organizzativo che ci consente di avere una visione globale dell’azienda» commenta il manager. E aggiunge: «Quanto al futuro, tra recessione e riorganizzazione del gruppo in corso, stiamo valutando nuovi modelli  organizzativi da assumere».

L’organizzazione del lavoro
Oggi la direzione si compone di quindici persone di cui dieci legali suddivisi per aree business e materie di specializzazione. Al momento, non si profila all’orizzonte alcuna crescita numerica della divisione. Le aree di lavoro attualmente previste dall’organizzazione di Exxon Mobil in Italia sono quattro: innanzitutto la corporate & compliance che occupa due legali e tratta, tra l’altro di diritto del lavoro, privacy, antitrust, anticorruzione e applicazione della legge 231. Poi c’è l’area fuel marketing a cui sono destinati quattro legali impiegati in tutte le attività attinenti alla commercializzazione di prodotti petroliferi (benzina certo ma anche lubrificanti).
L’area chimica al momento è attualmente scoperta: il legale ad essa destinato è via per l’assegnazione di un incarico internazionale e le competenze inerenti all’area sono svolte dall’unità industria & infrastrutture che occupa due legali e tratta anche di diritto ambientale e di sicurezza del lavoro. L’organizzazione in aree della divisione aiuta a identificare la persona di riferimento interna all’azienda idonea a fornire l’assistenza richiesta. Rispetto al recente passato tuttavia il GC nota che la divisione è coinvolta sempre più spesso anche su tematiche non strettamente legali dove è richiesto e apprezzato un contributo allo sviluppo di una strategia di gruppo. «Semmai oggi la grande difficoltà è contenere la richiesta», afferma il manager che poi aggiunge: «Proprio per questo periodicamente organizziamo sessioni di training sulle tematiche di maggior interesse e attualità e predisponiamo scritti riepilogativi sulle stesse».

Job rotation
Tra le caratteristiche essenziali della direzione Affari legali in Esso Italia c’è poi la cosiddetta «job rotation». «Tendenzialmente ogni tre/ cinque anni i colleghi cambiano area di competenza. L’introduzione della job  rotation all’americana è stata favorita al mio arrivo al ruolo di General Counsel, da un vero e proprio ricambio generazionale» spiega Rinaldi secondo cui un simile sistema ha il merito di garantire una visione completa delle problematiche aziendali e, in ultimo, di portare a maggiori stimoli. «Certo la specializzazione dei ruoli è pur sempre un valore. Ma ritengo che la rotazione offra vantaggi superiori agli svantaggi anche perché, nella mia opinione, il legale in azienda riveste necessariamente un ruolo più vicino a quello di medico condotto capace di agire su più fronti che di specialista di una sola determinata disciplina».

Rapporti con l’esterno
La divisione tendenzialmente, come conferma il GC, cerca di coprire tutte le aree di business. Ma l’attività del gruppo è complessa e il confronto con i partner esterni imprescindibile. «Si consideri, ad esempio, che nel solo contenzioso le materie trattate vanno dal trasporto marittimo, alla produzione e commercializzazione fino alle azioni di recupero possono avere ad oggetto, oltre ai crediti, anche le stesse stazioni di servizio» spiega il GC. I criteri con cui viene scelto un partner esterno sono tre e presto detti: la conoscenza della capacità professionale del singolo avvocato o dello studio, la possibilità di instaurare una collaborazione franca su ogni aspetto del rapporto e un’attenta gestione dei costi. Peraltro la necessità di un costante confronto con il partner esterno ha nel tempo favorito il consolidamento di rapporti duraturi con alcuni degli studi legali utilizzati da Esso Italia. Ad esempio, come racconta Rinaldi, con lo studio legale Romano di Siracusa (nella storica città siciliana Esso Italia controlla la raffineria di Augusta) i rapporti sono ormai arrivati alla terza generazione. Insomma uno studio «ereditato» e che verrà presumibilmente asciato in eredità anche alla prossima generazione di legali in-house.

Partner vecchi e nuovi
Oltre allo studio Romano, altri studi con cui il rapporto con Esso Italia è costante nel tempo sono, nell’ambito societario, Hogan Lovells, Cleary Gottlieb Steen & Hamilton e Gianni Origoni Grippo Cappelli; mentre nell’area del contenzioso, a Roma, gli studi Michele Roma e Radius e Falini, e a Milano gli avvocati Marina Demarchi e Giovanni Calcaterra. In campo penale, Exxon si avvale dell’assistenza degli studi Vassalli Olivo e Ciro Pellegrino. In ogni caso il fatto di avere in corso rapporti di collaborazione consolidati non significa, come sottolinea Rinaldi «che non ci guardiamo intorno alla ricerca di nuovi possibili partner oltre che per garantire il rapporto qualità-prezzo».
Quanto agli ambiti, secondo quanto riferito dal legale, potrebbero emergere nuove necessità di partnership in ambito penale. Oggi infatti si assiste ad una maggiore criminalizzazione, rispetto al passato, delle attività societarie quotidiane: il diritto ambientale, il diritto sulla privacy e quello relativo alla sicurezza sul lavoro ad esempio sono infatti accompagnati da norme penali.

Domanda e offerta in ottica crisi
La recessione, le grandi trasformazioni del business in campo energetico e, infine, la riorganizzazione seguita al processo di integrazione tra Exxon e Mobil avviata nel 1999 ed i processi di ottimizzazione del business ancora in corso, hanno di fatto posto anche la divisione Affari legali del gruppo nelle condizioni di dover ripensare alle modalità di cooperazione tra in-house ed esterni. Non solo a livello di costi o di rapporto qualità-prezzo. Oggi c’è maggiore attenzione alla comunicazione e al tempo che si richiede al partner esterno. «Do per scontate e acquisite alcune nozioni. Non mi interessano lunghe dissertazioni su temi arci noti, le concessioni ad esempio. Quel che chiedo al partner esterno sono: comprensibilità, ricerche giurisprudenziali dottrinali non eccessive ma adeguate al tema, e trasparenza». Più in generale poi occorre, sottolinea Rinaldi, «una maggiore flessibilità». In quest’ottica, Rinaldi sostiene che il secondment di avvocati appartenenti a studi legali esterni «non basta». In Italia la divisione Affari legali di ExxonMobil ricorre ad esempio ad un contratto con tre ex legali interni all’azienda che ora, grazie ad una conoscenza privilegiata del gruppo, si occupano in modo continuativo di diritto del lavoro, consulenza nella direzione acquisti e revisione del marketing. «Mi chiedo tuttavia se non ci siano ulteriori modelli organizzativi introducibili in azienda e nel sistema italiano», conclude Rinaldi.

Articolo pubblicato in TopLegal di aprile 2014

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Hogan Lovells, Ciro Pellegrino, Romano, Cleary Gottlieb Steen & Hamilton, Vassalli Olivo RaimondoRinaldi AIGI, Esso Italiana


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