È un avvocato d'affari, Federico Baccomo (nella foto) classe 1978, alias Duchesne. Anzi, era un praticante d'affari, una giovane leva dello studio inglese Freshfields che, stanco degli orari di lavoro da lui definiti «pesanti» e delle pizze fredde consumate alla scrivania prima di inviare al cliente la bozza di contratto definitiva, ha scelto di lasciare la libera professione per un contratto di lavoro subordinato presso la multinazionale Sonae Sierra.
Baccomo, un po' per caso, un po' per gioco, ha scelto di aprire il blog studioillegale.splinder.com, e di creare il personaggio di Duchesne così come quello del suo capo Giuseppe, e del collega Giovannino, e del neodisoccupato Comoli.
Il primo post del sito è stato pubblicato dopo l'uscita di Baccomo dallo studio inglese, quando, in attesa di scegliere cosa “fare da grande” si è trovato improvvisamente «con 24 ore da occupare».
E, tra una seduta di allenamento in palestra e qualche accordo con la chitarra, il giovane avvocato ha creato l'ormai nota identità di Duchesne, raffigurato da una cravatta rossa annodata e dall'epiteto “Io sono un professionista serio, ultimamente non sto molto bene”.
Il suo successo è cosa nota.
Dopo due anni, Baccomo ha deciso (o lo ha deciso il suo editore, Marsilio, società del gruppo Rcs?) finalmente di rivelare la propria identità, anticipata dal Corriere della Sera.
L'avvocato mascherato ha illuso tutti i lettori appassionati che hanno cercato la “talpa illegale” tra i nomi dei collaboratori delle principali law firm.
Saranno delusi dallo scoprire che il loro blogger preferito, per tutto questo tempo, ha dato voce alle loro storie senza viverle in prima persona?
Le reazioni e i commenti da parte dei frequentatori del blog illegale non si sono fatti troppo attendere. A quanto pare si sono create due fazioni. Quella dei delusi, che esternano questo sentimento con desolazione o aggressività e quella dei disinteressati, che accusano i delusi di essere invidiosi.
«Pagliaccio, mi dispiace aver buttato nel cesso 17 euro», taglia corto un lettore anonimo, seguito da chi si chiede «dite che posso risolvere il contratto di acquisto del libro e restituirglielo?». «Parte del successo del blog dipendeva dalla sensazione di leggere in diretta avventure e disavventure in cui tutti noi ci ritrovavamo, e, soprattutto, l'idea che fosse autobiografico», scrive ancora un lettore più diplomatico di chi scrive
«poverini... tanto tempo ad elogiare il povero blogger e poi si scopre che quello lavora in azienda mentre noi ci spacchiamo il culo negli studi illegali.... poverino non ce l'ha fatto più ed è uscito».
A fronte delle critiche, però, c'è chi si schiera dalla parte dell'in-house scrittore. «Non sei più un avvocato d'affari, a quanto pare! Nessun problema Federico, non mi interessa quello che fai oggi. Mi interessa quello che scrivi e come lo scrivi. Il Blog (e il libro) non diventano fesserie solo perché crolla l'illusione della "talpa"».
E ancora: «Non è che le cose devono quadrare per forza. Poteva piacere o meno, chiunque fosse l'autore, e qualunque fosse la sua condizione. A me e ad altri è piaciuto, senza altra pretesa. Credo vada bene così». C'è chi infine, superato lo shock iniziale, offre a Duchesne qualche consiglio per il futuro. «Federì, c'hai pure la faccia simpatica! Non farti infinocchiare con qualche reality però. I ricchiepoveri te li perdoniamo ma il Grande Fratello no!».
TAGS
Freshfields Bruckhaus Deringer FedericoBaccomo RCS, Sonae Sierra, Marsilio