Due Diligence Ambientali – dalla protezione dai rischi alla creazione del valore

21-05-2015

Due Diligence Ambientali – dalla protezione dai rischi alla creazione del valore

Nella storia delle M&A non sono ignoti o infrequenti i casi di deal abortiti per l’incapacità dei consulenti ambientali di valutare appieno e comunicare efficacemente ai propri clienti le passività di un sito, fossero esse potenziali o reali. Acquisizioni dall’alto profilo finanziario sono state abbandonate per le incertezze nel determinare il valore di aspetti minori, all’altro capo dello spettro ingenti quantità di denaro sono state spese per investigare in dettaglio aspetti di valore marginale.

Molti consulenti ambientali possiedono ormai sufficienti competenze per saper identificare e valutare gli aspetti tecnici, ma non tutti hanno sviluppato capacità ed esperienza per rispondere alle diverse sensibilità dei Clienti, che hanno necessità di comprendere appieno le passività ambientali in termini di rischio finanziario e ritorno dell’investimento, come nel caso di private equities, fondi gestione, società finanziarie o assicurative, ovvero di costi necessari al raggiungimento della conformità in fase operativa, di ottimizzazione degli investimenti o di bonifica a fine vita impianto.

Nel corso degli ultimi decenni, le due diligence ambientali sono entrate a pieno titolo nel pacchetto di consulenze richieste in sede di M&A, rappresentando lo strumento attraverso cui aziende e studi legali chiedono a professionisti qualificati di individuare le passività esistenti e potenziali di un sito, che potrebbero rappresentare costi significativi da gestire in fase negoziale, così come in sede di successiva operatività.
In questo arco di tempo la complessità dei deal si è considerevolmente ampliata, basti pensare alle transazioni multisito o multinazionali o all’acquisizionie di società quotate, così come si sono evoluti i riferimenti normativi locali o transnazionali. Parimenti, la natura e criticità delle due diligence ambientali è diventata intimamente legata all’evoluzione del mindset degli imprenditori sia internazionali che nazionali.

Il concetto originario di due diligence ambientale, come esercizio di supporto tecnico-scientifico per proteggere acquirenti o venditori da potenziali passività, è tutt’ora un’attività imprescindibile per tutelare i diversi attori di una transazione da gravose esposizioni finanziarie prima e dopo la chiusura del deal. Nell’accezione più moderna del concetto di due diligence, stanno acquisendo un ruolo significativo anche la valutazione di temi quali il potenziale danno ambientale, la violazione dei diritti umani, la tracciabilità delle materie prime, la sostenibilità e l’impegno dell’azienda nei confronti della collettività, l’ottimizzazione energetica.

Per tenere il passo con l’evoluzione del mercato e le esigenze dei Clienti, i consulenti ambientali si sono dovuti impegnare per adeguare le loro competenze nella valutazione ed analisi tecnico-normativa, così come le loro capacità di elaborazione dei dati, soprattutto in termini di trasposizione economica del valore delle liabilities individuate nei diversi casi.

Avere nel proprio pool di consulenti, esperti a tutto tondo delle tematiche ambientali e di quelle ad esse correlate, può rappresentare la differenza tra il successo e l’insuccesso di una transazione, così come la possibilità di pianificare correttamente le risorse e gli investimenti, contribuendo alla generazione di valore per l’azienda e di benessere per la comunità.


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