E’ MANCATO L’AVVOCATO GIUSEPPE ANSALDO, UNO DEI FONDATORI DELLO STUDIO PAVIA E ANSALDO

È improvvisamente mancato l’avvocato Giuseppe Ansaldo (nella foto), uno dei fondatori dello studio Pavia e Ansaldo.
Nato a Genova nel 1928 e laureato in Giurisprudenza nell’Università di Genova  nel 1950, Giuseppe Ansaldo entrò giovanissimo nello studio legale di famiglia a Genova, continuando una tradizione di diverse generazioni. Agli inizi degli anni ’60 compì un passo innovativo per l’epoca, associandosi all’avvocato Enrico Pavia che apriva a Milano la sua attività dopo aver fondato uno studio a New York, con una formula di studio associato destinata ad affermarsi nei decenni successivi, in linea con le esperienze internazionali ed all’avanguardia per la realtà italiana, ma con una sua impronta caratteristica e idonea a favorire la crescita e la valorizzazione  di nuove generazioni professionali. Il continuo impegno nell’attività professionale ha contrassegnato tutta la vita dell’avvocato Ansaldo, che nella sua carriera ha assistito ai massimi livelli le principali società italiane e straniere,  in particolare americane ed inglesi, specializzandosi nel diritto commerciale e societario e nel diritto della proprietà intellettuale.

«Con la scomparsa dell’avvocato Ansaldo viene a mancare una figura di riferimento per tutti noi» ha dichiarato il managing partner Roberto Zanchi «e un altissimo esempio di stile nello svolgimento dell’attività professionale. Alle doti più strettamente inerenti la professione associava una non comune capacità di trasmettere insegnamenti ed esperienze alle giovani generazioni di avvocati, e di promuoverne la crescita. Insostituibile è stato il suo contributo allo sviluppo dello studio, che l’anno prossimo celebrerà il  cinquantesimo anniversario dalla fondazione, e ci spiace che  “Pipetto”, il suo soprannome tipicamente genovese con cui tutti noi  lo chiamavamo affettuosamente, non possa essere con noi in questa importante ricorrenza. Resta però di lui un’eredità di valori professionali ed umani che lo studio continuerà a promuovere e coltivare anche in sua memoria».