In attesa della riforma

«ELUSIONE, MEGLIO IL RIGORISMO»

Di Tanno approva le richieste del Quirinale di retromarcia: la depenalizzazione era «come una sanatoria». I fiscalisti: «Perplessità e confusione»

08-06-2012

«ELUSIONE, MEGLIO IL RIGORISMO»

La Presidenza della Repubblica è intervenuta sulla delega fiscale per evitare «una sorta di sanatoria». Il professor Tommaso Di Tanno, in occasione dell’inaugurazione del nuovo studio milanese, ha tenuto ieri sera una lectio sui contenuti della bozza in via di ulteriore e profonda modifica (si attendono indicazioni entro il week end), e che «in generale non mi pare una grande riforma fiscale». Senza timore di andare controcorrente, Di Tanno si è espresso favorevolmente sulla retromarcia imposta dal Quirinale in merito alla prevista depenalizzazione dell’elusione fiscale. Questo perché, alla luce del principio che in campo penale è garantito all’imputato il regime a lui più favorevole, tutti i processi in corso si sarebbero tradotti in un liberi-tutti. Il professore, invece, ha abbracciato la linea «rigorista», nel senso che ha ritenuto preferibile anche un inasprimento del regime penale, purché si affronti il vero nodo della questione: si definisca in modo chiaro la fattispecie dell’elusione, quand’anche fosse necessario specificarla in decine o centinaia di esempi.

Sulla vicenda, ovviamente, c’è la massima attenzione del mondo legale. A cominciare dai professionisti  che si occupano di tax. «La marcia indietro del governo sulla rilevanza penale dell'elusione lascia perplessi», commenta Antonio Tomassini, partner di Dla Piper. «L'elusione fiscale – prosegue - è il malizioso aggiramento delle norme, non la loro diretta violazione, e ciò la differenzia dall'evasione. Ricollegare delle conseguenze penali a tali fattispecie appare sproporzionato soprattutto perché lo stesso articolo 37 bis del dpr 600/1973, che si occupa dell'elusione sul piano fiscale, è già esso stesso carente dal punto di vista delle conseguenze sanzionatorie fiscali». La posizione si avvicina a quella di Di Tanno sulla necessità di dare dei contorni precisi e individuabili alla materia, in quanto «nel diritto penale la tipizzazione della fattispecie punibile è cruciale e nell'elusione essa sembra mancare in toto».

Insomma, regna incertezza, confusione e, soprattutto, indeterminatezza. «Il problema principale – interviene Leo De Rosa, dello studio Russo De Rosa Bolletta - era e resta quello di distinguere fra lecito risparmio d’imposta (che è, o meglio dovrebbe essere un diritto del contribuente) ed elusione (in cui nel contesto di un comportamento comunque “alla luce del sole” il risparmio di imposta è, ma solo nella prospettiva dell’Amministrazione finanziaria, ottenuto mediante un “aggiramento” delle norme tributarie e dunque diventa “indebito”). Nel contesto italiano, in cui la normativa fiscale ha assunto un livello di complessità senza precedenti, qualunque tentativo di lecita pianificazione rischia di essere considerato come elusione».

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Dla Piper, Russo De Rosa TommasoDi Tanno, LeoDe Rosa, AntonioTomassini


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