La situazione di emergenza determinata dal diffondersi del coronavirus in Italia ha cambiato la vita di tutti coloro che si trovano sul suolo nazionale. Anche gli studi legali, dunque, non sono rimasti immuni dalla straordinarietà dell’evento e hanno reagito in modo proattivo nella propria organizzazione interna e, soprattutto, nei confronti dei clienti.
Dal punto di vista interno, le insegne hanno avuto l’occasione perfetta per implementare lo smart working uno strumento a lungo demonizzato in quanto avverso alla comune credenza legata al binomio presenza-produttività (in passato ne abbiamo parlato qui). Le riunioni e i closing sono diventate sempre più digitali, per garantire le necessarie precauzioni per la salute dei professionisti e degli assistiti. In molti si chiedono se queste modalità, tutto sommato comode e funzionali, verranno mantenute anche in futuro.
Per quanto riguarda il rapporto con i clienti, sono numerose le iniziative proliferate nelle ultime settimane. Anche perché le tematiche legali toccate dalla situazione attuale sono molteplici e complesse. Per quanto riguarda la contrattualistica (la materia maggiormente sollecitata dall’emergenza), i contratti in essere vacillano a causa della potenziale applicazione della clausola di forza maggiore. E così la diffusione del virus è causa di sospensione delle prestazioni continuative e di risoluzione dei contratti che prevedono prestazioni immediate. Inoltre, non è escluso che anche quelle attività non direttamente coinvolte dalla situazione possano subire rinegoziazioni per impossibilità sopravvenuta o eccessiva onerosità sopravvenuta.
I profili giuslavoristici sono impattati dalla corretta applicazione delle nuove norme in materia di salute e sicurezza sul posto di lavoro e dal sollecito invito ad attuare lo smart working. Tali profili sono legati a doppio filo con le tematiche di privacy per quanto riguarda i controlli che possono esercitare i datori di lavoro sui propri dipendenti. Ed è coinvolta anche la materia del diritto penale, sia a livello societario con l'aggiornamento del modello 231 sia a livello personale in quanto le misure adottate dai decreti governativi prevedono responsabilità penali in capo a chi le contravviene. Infine, anche i tributaristi sono sollecitati dal momento che gli adempimenti fiscali hanno subito modifiche e sono oggetto di costanti aggiornamenti.
Tutti questi profili e quelli a venire necessitano di un’assistenza costante da parte delle insegne sul territorio, che non si sono tirate indietro. La risposta degli studi ha visto in molti casi la creazione di squadre di professionisti multidisciplinari dedicate alla risoluzione di tali problematiche. La cosiddetta “task force” nasce per assistere i propri clienti nella risoluzione delle diverse criticità legali e fiscali sorte a causa dell’emergenza, oltre che per garantire un costante aggiornamento sulla situazione in essere. Tanti anche i webinar e le newsletter - per i clienti o aperti a un’ampia platea di spettatori – al fine di istruire sui vari aspetti legali emersi a causa della diffusione del Covid19. Vi è anche chi ha messo a disposizione un indirizzo e-mail o un numero verde ad hoc.
Il messaggio è che gli studi legali e i loro professionisti non si fermano e continuano ad assistere i propri clienti anche da casa. Un messaggio che non possiamo che condividere, perché "andrà tutto bene".
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