ENEL FUORI DA WIND CHIOMENTI E DEWEY BALLANTINE NELL'ACCORDO CON WEATHER

Michele Carpinelli, Umberto Borzi e Carola Antonini sono i partner di Chiomenti che hanno assistito Enel nell’accordo con Weather Investments II S.à.r.l, holding facente capo all’imprenditore Naguris Sawiris. L’imprenditore egiziano è stato assistito dai partner di Dewey Ballantine Stefano Speroni e Giovan Battista Santangelo. L’accordo, che sarà stipulato nei prossimi giorni, prevede la cessione dell’intera quota di partecipazione posseduta da Enel in Weather Investments (pari al 26,1%), società che a sua volta possiede l’intero capitale di Wind e il 50% più un’azione di Orascom Telecom Holding, al gruppo guidato da Sawiris, per un corrispettivo pari a 1.962 milioni di euro. Il trasferimento della partecipazione è previsto entro la fine dell’anno. In particolare Enel cederà il 10% del capitale di Weather a una società interamente costituita da Weather e il restante 16,1% a favore della controllante Weather Investments II S.à.r.l. Il pagamento del corrispettivo è previsto in due soluzioni: una prima tranche di 1 miliardo di euro verrà versata a Enel al momento del trasferimento della partecipazione in Weather, mentre una seconda tranche di 962 milioni di euro verrà corrisposta entro i 18 mesi successivi al trasferimento stesso. Su questa seconda tranche è prevista la maturazione di interessi, a decorrere dalla data del trasferimento medesimo, ad un tasso di mercato. A garanzia del pagamento della seconda tranche è prevista a favore di Enel la costituzione di un pegno (senza diritto di voto) sul 26,1% del capitale di Weather, nonché la cessione dei crediti vantati da Weather II nei confronti di Weather. «Con questo accordo», ha dichiarato Fulvio Conti (nella foto), amministratore delegato di Enel, «usciamo dalle telecomunicazioni, avendo valorizzato la partecipazione nel settore per 12 miliardi di euro. Si completa così il processo di focalizzazione strategica sulla crescita nel core business dell’energia elettrica e del gas che ha visto Enel recuperare all’estero buona parte della capacità produttiva che ha dovuto cedere in Italia per favorire il processo di liberalizzazione»