A seguito di un procedimento cautelare avviato da Giuseppe Ferrara - head of intellectual property, innovation, labour and legal policies di Enel, assieme ad Enrico Adriano Raffaelli, Ottavia Raffaelli e Elisabetta Teti di Rucellai, la sezione specializzata in materia di impresa del tribunale di Milano ha inibito l'uso dei marchi Enel a Greenpeace, rappresentata da Luca Gastini, Alessandro Gariglio e Giuseppe Messina.
Inibendo l'utilizzo del marchio Enel, i giudici milanesi hanno assunto che un’associazione, nonostante la sua natura giuridica di onlus, può di fatto svolgere un’attività economica e pertanto possono trovare applicazione anche nei suoi confronti le norme del codice di proprietà industriale.
Il procedimento cautelare, azionato da Enel e risolto in sede di reclamo, trae origine dalla campagna denigratoria intrapresa da Greenpeace nei confronti di Enel nella quale si faceva largo uso del suo marchio di gruppo con particolare riferimento alla diffusione di finte bollette sporche di carbone e di un finto numero del quotidiano “Metro”. Oltre a inibire l'utilizzo del marchio, Il provvedimento ha disposto a Greenpeace di pagare una penale di 1.000 euro per ogni giorno di ritardo e 10 euro per ogni violazione, il sequestro del materiale oggetto della contestazione nonché la pubblicazione del dispositivo a caratteri doppi rispetto al normale sul quotidiano “La Repubblica".
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