di Valentina Magri
«Abbiamo deciso di introdurre nel portafoglio di Enpaf i private asset a causa della scarsa redditività nelle asset class tradizionali, in particolare nelle obbligazioni, in un periodo di tassi a zero come il 2018. Inoltre, i private asset ci permettono di rendere più stabile il portafoglio». Così Marco Lazzaro, direttore generale di Enpaf, l’Ente nazionale di previdenza e di assistenza farmacisti, spiega la scelta della cassa di puntare sui private asset.
Infatti, i valori degli asset illiquidi non sono soggetti alla logica del mark-to-market. Di conseguenza, nelle fasi di calo dei mercati pubblici, gli asset privati non subiscono gli effetti del panic selling. Durante queste fasi, i mercati pubblici tendono spesso a scambiare gli attivi a prezzi inferiori al loro fair value. Al contrario, i private assets vengono valutati sulla base di stime effettuate da esperti indipendenti, garantendo una maggiore stabilità nella valorizzazione.
Enpaf conta oggi 103 mila iscritti, di cui circa 27 mila pensionati. La cassa ha sempre avuto un portafoglio estremamente liquido: ciò giustifica il ritardo nell’ingresso negli investimenti alternativi, che sono illiquidi. L’ente si è trasformato in una fondazione di diritto privato ai sensi del Dlgs 509/1994, rimanendo ferma l’obbligatorietà della contribuzione previdenziale e assistenziale dovuta dagli iscritti. Alla cassa di previdenza sono iscritti automaticamente tutti gli iscritti all’ordine dei farmacisti.
L’intervista completa è stata pubblicata su TopLegal Digital di dicembre 2024 – n. 12. Registrati / accedi al tuo profilo per sfogliarla gratuitamente