Giulio Andreani, coordinatore del dipartimento fiscale di Eversheds Piergrossi Bianchini è l'advisor di Gulf, società off shore di proprietà di una famiglia di imprenditori siriani, con una sede direttiva in Grecia e un ufficio in Italia, che opera nel settore del commercio di materiali per l'edilizia.
A seguito di una verifica tributaria condotta circa due anni fa, il fisco italiano ha contestato a Gulf un'evasione fiscale di oltre 300 milioni di euro per gli anni che vanno dal 1999 al 2006, richiedendo un maxi pagamento di Ires, Irap, Iva, sanzioni e interessi.
Secondo l'Agenzia della Entrate, la società off shore disponeva in Italia di una stabile organizzazione (cioè di una struttura organizzata e permanente equiparabile a un'azienda) mediante la quale avrebbe svolto in Italia una vera e propria attività commerciale come una ordinaria impresa italiana, fiscalmente rilevante in tale Paese, con la conseguente tassazione in quest'ultimo delle operazioni compiute e del reddito prodotto dalla stabile organizzazione. Nel corso delle udienze tenutesi davanti ai giudici tributari la difesa della società off shore ha cercato di dimostrare che ciò di cui disponeva in Italia era un semplice ufficio dedicato agli acquisti, venendo esercitata all'estero l'attività commerciale vera e propria, e che quindi in Italia non esisteva alcuna stabile organizzazione; a nulla rilevando che sedi estere di Gulf e alcune società del gruppo di cui questa fa parte avessero eseguito rimesse bancarie verso l’ufficio “italiano” per elevati ammontari, posto che ciò era avvenuto semplicemente per fornire a tale ufficio la provvista necessaria per provvedere al pagamento degli acquisti da effettuare, e non a titolo di corrispettivo di eventuali vendite eseguite dalla prospettata stabile organizzazione italiana di Gulf nei confronti di altre società del gruppo o di terzi.
I giudici hanno invitato le parti a esperire un tentativo di conciliazione giudiziale, cioè di trovare un accordo transattivo, utilizzando un apposito istituto previsto dalla legislazione sul processo tributario denominato “conciliazione giudiziale”. Nell’ultima udienza l’Agenzia delle Entrate ha dichiarato la propria disponibilità a ridurre sensibilmente la propria richiesta a 1,5 milioni di euro. Ma la società off shore non si è dichiarata per il momento disponibile alla conciliazione, nella consapevolezza di non aver mai commesso violazioni della normativa fiscale italiana.
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