Nuovo punto a favore del fondatore di Esselunga, Bernardo Caprotti (in foto), nella vicenda legale che lo oppone ai figli Violetta e Giuseppe. La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai figli contro la sentenza pronunciata dal Tribunale di Milano nel 2014. Il collegio legale dell'imprenditore dovrebbe essere composto da Marcello Molè, Massimo Dattrino e Giorgio De Nova.
La vicenda riguarda la titolarità delle azioni della holding Bellefin, successivamente denominata Supermarkets Italiani. Era febbraio del 2011 quando Caprotti, senza informare i figli né versare loro alcun corrispettivo, prese la decisione di reintestarsi l'intero pacchetto azionario di controllo che aveva in precedenza (nel 1996) diviso in parti uguali con gli eredi (tenendo per sé l'8,1% di Supermarkets Italiani, la holding che controlla il 100% di Esselunga, e l'usufrutto su metà delle quote in possesso di ogni erede). A fine 2011, Giuseppe e Violetta si sono rivolti al tribunale chiedendo il sequestro delle azioni a loro intestate, richiesta respinta dal giudice.
La vicenda della famiglia Caprotti nel 2012 era finita nelle mani di un collegio arbitrale di cui facevano parte Pietro Trimarchi (presidente), Natalino Irti e Ugo Carnevali. Per sostenere le ragioni delle parti, secondo quanto ricostruito in quell'occasione da TopLegal, erano scesi in campo Michele Carpinelli di Chiomenti, Massimo Confortini e Antonio Rizzi al fianco dei figli, Massimo Dattrino, Giorgio De Nova e Salvatore Trifirò per Caprotti.
Il lodo, che aveva dichiarato la piena ed esclusiva proprietà di Bernardo Caprotti sulle azioni Supermarkets, veniva successivamente impugnato dai figli di Caprotti, impugnazione poi respinta dalla Corte d’appello di Milano con una sentenza depositata il 1° luglio del 2014. La sentenza della prima sezione civile della Cassazione che respinge il ricorso dei figli di Caprotti è stata depositata ieri in cancelleria.
Chiusa la vicenda in Cassazione, sul fronte della causa civile invece resta aperta la posizione di Unione Fiduciaria, presso la quale erano state depositate le azioni.
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