Failla: «Pronti per LabLaw 2.0»

L'ingresso della squadra di Treglia Valle segna l’avvio di una nuova fase dello studio di giuslavoro. Luca Failla spiega a TopLegal i progetti dell'insegna

08-11-2016

Failla: «Pronti per LabLaw 2.0»


LabLaw torna a crescere con l'ingresso della squadra di Treglia Valle. L'operazione, che nasce da una rodata collaborazione, segna l'avvio di una nuova fase dell’insegna specializzata in diritto del lavoro che si candida a essere realtà aggregante di professionisti. Patrimonio comune di esperienza alle spalle e competenze complementari sono i presupposti su cui si basa l'unione con la boutique milanese Treglia Valle. L'obiettivo è sviluppare nuove sinergie nell'assistenza ai clienti ma anche creare un German desk per rafforzare la relazione con le aziende tedesche. Lo racconta in un'intervista esclusiva a TopLegal il socio e cofondatore di LabLaw Luca Failla (in foto).

Perché il lateral hire di una boutique milanese esperta in diritto processuale del lavoro?

Da qualche anno avevamo iniziato a collaborare con i colleghi Treglia e Valle su questioni complesse, quali arbitrati e contenziosi di grande portata, con riflessi sulla procedura del lavoro. È nato così un rapporto in cui innanzitutto la chimica funziona. Perché un'unione riesca è fondamentale lavorare bene insieme, avere un patrimonio comune di esperienza e condividere obiettivi e significato del progetto. Inoltre, lo studio Treglia Valle porta competenze complementari. Sia in termini di clienti, perché oltre ad assistere un interessante parterre di aziende è conosciuto anche per l’assistenza qualificata ai manager, laddove invece il 95% dei nostri clienti sono aziende, sia a livello di una conoscenza articolata del processo del lavoro dove il collega Treglia è certamente uno specialista riconosciuto da tempo anche in ambiente universitario, che si rivela estremamente utile nelle cause particolarmente complesse. Abbiamo tra l'altro verificato che non ci fossero particolari conflitti di interesse tra i clienti che seguiamo noi e i loro.

Che tipo di sinergie vedete dall'operazione? 

Da un lato aggiungiamo due professionisti di elevata esperienza da poter offrire anche alla nostra clientela e che parlano la nostra stessa lingua in termini di patrimonio professionale, con un fortissimo litigator come Giorgio Treglia che può coadiuvare o sostituirsi ai nostri partner, portando una grande esperienza anche nell'assistenza ai manager di alto livello. Dall'altro, possiamo offrire alla clientela dello studio Treglia Valle la nostra rete di capillarità sul territorio, grazie alle nostre numerosi sedi, che ci distingue da altre realtà e allo stesso tempo la nostra dimensione internazionale, anche attraverso la nostra Alliance internazionale L&E Global che copre oggi tutti i continenti con una rete di oltre 1.500 avvocati specializzati in diritto del lavoro intorno al mondo. Infine, da non trascurare, l’avvocato Treglia, oltre all'inglese parla bene la lingua tedesca, aspetto che può aiutarci a sviluppare anche questa parte di business con la creazione e sviluppo di un German desk a ciò dedicato.

Quali i progetti futuri in questo ambito? 

LabLaw è una realtà italiana con una forte vocazione internazionale. È perciò fondamentale che i partner condividano questa vocazione: buona fetta dei clienti è costituita da multinazionali oltre a società italiane medio grandi. In Italia i player sono soprattutto anglofoni e tedeschi. Con le aziende tedesche il fatto di avere uno specialista di lingua tedesca può fare la differenza. L'idea è che Treglia diventi il leader del German desk che oggi non abbiamo ma che andremo a costituire e che diventi l’interlocutore di aziende di matrice tedesca con cui già abbiamo contatti, rafforzandone la relazione.

Come si inquadrano i nuovi ingressi nel più ampio progetto di LabLaw?

Treglia e Valle hanno visto in LabLaw una struttura dove continuare un percorso professionale in cui hanno ancora energia da spendere. LabLaw è una piattaforma che consente anche a un professionista affermato di continuare a esprimersi e di non sparire dietro al nome di uno studio di famiglia. Questo è un aspetto importante per dei professionisti di lungo corso come loro cosi come per giovani professionisti che vogliano sviluppare la propria clientela.

L'operazione segna un passaggio importante per lo studio, che avvia una nuova fase di espansione. Qual è il suo bilancio?

Se ci voltiamo indietro abbiamo festeggiato dieci anni. Abbiamo iniziato in un mercato complicato, con nomi che esistono da decenni, siamo partiti in 15 avvocati e ora siamo in 60, il fatturato è triplicato raggiungendo quota 8,5 milioni di euro. Il progetto ha avuto successo, ora bisogna pensare a come saranno i prossimi 10 anni, a come sarà LabLaw 2.0. E l'idea che oggi ci sia una boutique affermata che decide di scegliere LabLaw ci onora: vuol dire che il nostro progetto non è solo la scelta per un neolaureato o un 35enne già di esperienza che vuole cimentarsi in una struttura ormai aziendale, ma che come LabLaw possiamo essere una delle possibili scelte per professionisti già affermati, professionisti che hanno la loro boutique e che possono decidere di convolare a nozze con noi per continuare a crescere. E questo perché LabLaw crea uno spazio, crea un'accoglienza, secondo un modello che esiste da dieci anni e che, se con alcuni non ha funzionato in passato, dimostra invece di funzionare laddove trova gli interpreti giusti.

Tra i vostri tratti distintivi c’è la capillarità sul territorio e allo stesso tempo una forte connotazione di specialista in grado di dialogare anche a livello internazionale. Quali sono i vantaggi di questa doppia anima?

È il binomio del nostro successo. Le aziende, soprattutto le multinazionali, si rivolgono a noi perché siamo italiani ma anche internazionali. Essere locali invece, attraverso le nostre molte sedi oltre a quella milanese (Padova, Genova, Pescara, Napoli e Bari oltre alla presenza su Roma), ci consente di attrarre quelle aziende che vedono in LabLaw una realtà diversa dal professionista locale. Da Bari o Napoli per fare un esempio, riusciamo a offrire la qualità e la velocità di Milano ovvero, grazie alla nostra Alliance internazionale L&E Global a gestire una vicenda in Sud America o in Cina. Il nostro ufficio locale può accedere a un ampio sistema di knowledge management su sentenze, casistica passata e atti, beneficiando del patrimonio di esperienza di tutto lo studio per affrontare casi complessi o che magari non ha mai trattato. Un aspetto che incide anche sulla nostra capacità di essere reattivi. La velocità di risposta, soprattutto per chi lavora con multinazionali ed aziende strutturate, è sempre più importante. Nel lavoro, in particolare, ci sono situazioni che richiedono decisioni immediate e coerenti, dallo sciopero alla questione improvvisa, all'incidente sul lavoro. In questo LabLaw dimostra tutta la sua capacità ed efficienza come dimostrano le tante aziende che ci hanno scelto.

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