Giorgio Perroni, fondatore dell'omonimo studio, lo aveva ipotizzato sulle pagine di TopLegal lo scorso 26 febbraio. E la previsione si è rivelata corretta. La V Sezione Penale della Suprema Corte ha rimesso alle Sezioni Unite penali la decisione oggetto di contrasto giurisprudenziale sulla punibilità o meno dei così detti "falsi valutativi‘”.
La decisione arriva dopo tre sentenze di segno opposto pronunciate dalla Cassazione. La prima interpretazione era stata che la riforma escludeva che le valutazioni potessero avere un peso penale. E con questa motivazione la V sezione, a giugno, aveva annullato la condanna in primo grado a Luigi Crespi. Poi, a novembre, i giudici si sono espressi su un altro caso, relativo a una srl che aveva sottostimato l’ammontare dei propri crediti incagliati, e hanno deciso in senso contrario.
Il 22 febbraio nuovo cambio di linea: la Corte è tornata a sancire che alla luce della nuova legge rilevano solo i “fatti materiali” mentre gli elementi discrezionali sono esclusi da sanzioni.
Di qui la necessità di fare chiarezza sull’interpretazione della legge con l’intervento delle Sezioni unite.
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