di Valentina Magri
In Italia sono presenti 219 family office: 107 single family office e 94 multi-family office, certificano i dati dell’Osservatorio family office del Politecnico di Milano. I primi sono strutture fisse create dalle famiglie per gestire il loro patrimonio, mentre i secondi sono società di servizi professionali veri e propri. A queste due tipologie di family office si aggiungono anche le unità di business delle banche che offrono servizi di family office.
La struttura dei family office influisce sui loro investimenti. «Ogni famiglia ha i suoi obiettivi, la sua storia e provenienza. La maggior parte dei family office tendono a reinvestire in settori contigui al family business, tipicamente vicini a livello industriale e/o territoriale al business che avevano», spiega Josip Kotlar, professore ordinario di strategia, innovazione e imprese familiari presso la School of management del Politecnico di Milano e responsabile dell’Osservatorio family office insieme ad Alfredo De Massis della Libera Università di Bolzano.
Del resto, il settore dei family office non è istituzionalizzato, i soggetti che lo compongono non sono omogenei, non hanno benchmark, né concorrenti e vincoli su dove investire, poiché la maggior parte di essi risponde solo agli obiettivi specifici di una famiglia. Per quanto riguarda gli investimenti dei family office, la maggioranza investe in asset liquidi (azioni, indici e fondi). In crescita il private equity, grazie ai family office che reinvestono in aziende industriali, solitamente in settori o aree che conoscono, sia in ottica sia finanziaria che di avere un impatto, inteso come supporto ai giovani imprenditori a far crescere le loro imprese.
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