Ferrero deve lasciare la Samp: Ponti fa ricorso

Massimo Ferrero (in foto) non potrà più essere il presidente della Sampdoria a causa del patteggiamento a un anno e dieci mesi per il crac della compagnia aerea Livingston.

Pochi giorni fa, il Tribunale di Busto Arzisio aveva accolto la richiesta di patteggiamento avanzata da Massimo Ferrero e dai suoi legali - Luca Ponti, Carmine Giovine ed Enrico Giovine - per il fallimento della compagnia. 

Al presidente blucerchiato, rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta, erano state riconosciute le attenuanti generiche, conseguenti a un ruolo non centrale nella vicenda. Non erano state erogate, inoltre, pene accessorie né ipotizzati impedimenti allo svolgimento delle sue attività imprenditoriali.

A seguito della decisione del tribunale, il presidente della Figc Carlo Tavecchio aveva richiesto il parere consultivo della Corte Federale d'Appello che ha equiparato il patteggiamento a una sentenza di condanna.
 
Nel dettaglio si è fatto riferimento all'articolo 22 delle Noif (le norme organizzative interne della Federazione) che, a tutela del principio di onorabilità, prevede che coloro i quali siano stati o vengano condannati con sentenza passata in giudicato a pene detentive superiori ad un anno non possano collaborare alla gestione delle associazioni sportive. 

Ma la vicenda non è ancora chiusa. Per arrivare alla sua conclusione bisognerà aspettare che la Cassazione decida in merito al ricorso proposto da Luca Ponti allo stesso patteggiamento ottenuto.

Qualora il ricorso venisse accettato, Ferrero potrà conservare la carica fino a nuova decisione, in caso contrario sarà costretto a lasciare la presidenza della società calcistica.