Occorrerà una perizia per stabilire l’entità dell’eventuale danno provocato dalla trasmissione Annozero di Michele Santoro (nella foto) alla Fiat. A stabilirlo è stato, quest’oggi, il giudice istruttore Maura Sabbione nel corso dell’udienza tenutasi a Torino relativa alla controversia sorta tra il Lingotto e la Rai in seguito alla messa in onda della puntata del 2 dicembre 2010 (seguita da 5,129 milioni di spettatori) in cui, secondo l’azienda torinese, rappresentata in giudizio da Michele Briamonte e Marco Carbonaro, rispettivamente socio e associate dello studio Grande Stevens, Annozero ha illustrato le prestazioni di tre autovetture, fra cui una Alfa Romeo MiTo, impegnate in un test che avrebbe dimostrato un’asserita inferiorità tecnica complessiva dell’Alfa Romeo MiTo, basata solo sui dati relativi alla velocità.
Nel comunicato in cui Fiat annunciava l’intenzione di adire le vie legali, la casa automobilistica aveva sottolineato che «la trasmissione non ha raccontato che la valutazione globale di Quattroruote, risultante dalla comparazione dei dati relativi alle prestazioni tecniche, alla sicurezza e al confort ha attribuito all’Alfa Romeo MiTo in versione Quadrifoglio (1.368 cc) una votazione superiore» a quella delle altre auto impegnate nello stesso test.
Nell’udienza di oggi, il giudice ha giudicato inammissibili, perché irrilevanti, le prove testimoniali chieste dalla Rai, rappresentata dall’avvocato Natalia Ferro dello studio De Luca Ferro, e ha stabilito la necessità di procedere a una perizia di carattere ingegneristico ed econonomico.
La richiesta di risarcimento danni presentata dalla Fiat alla Rai ammonta a 20 milioni di euro.
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