Finanza alternativa

Fintech, cosa cambia con l'asset tokenization?

Un business che raggiungerà circa quattromila miliardi entro il 2025 . Ma l'Italia sembra scettica. Stefania Monda a TopLegal: «Il maggiore potenziale dell’asset tokenization è nel settore real estate»

21-12-2018

Fintech, cosa cambia con l'asset tokenization?

 

Si sente parlare sempre più spesso di token come di una forma di finanza alternativa, ma cosa sono i token e come funzionano non è sempre facile da capire. Per comprendere il token è necessario sapere cos’è l’Ico (Initial Coin Offering). Le Ico sono una forma innovativa di finanziamento caratterizzata dall’uso della tecnologia blockchain, una modalità di finanziamento privato per la raccolta di capitali con la quale un’azienda reperisce risorse finanziarie in modo alternativo al crowdfunding. In sostanza l’azienda che ha un’idea di business può creare un certo numero di “gettoni” denominati token che vende sul mercato a un determinato prezzo. I token non sono altro che una rappresentazione digitale di valore. Una Initial Coin Offer non è nient'altro che una promessa, possibile tramite gli smart contract, di restituire i capitali raccolti tramite dei token. L’azienda rilascia un white paper contenente il suo business plan e chiede di essere finanziata. In cambio del finanziamento rilascerà agli investitori dei token. Con oltre 15 miliardi di dollari raccolti nel mondo, tuttavia,  le Ico sono generalmente non regolamentate e quindi espongono coloro che acquistano i relativi token a un rischio significativo. L’elevato rischio connesso all’assenza di una regolamentazione, ha determinato la nascita di un nuovo trend. Si tratta degli Sto (Security Token Offerings). 

Se si pensa ai secutity token come a un mercato di nicchia, si rischia di commettere un errore. Pur essendo più ristretto di quello delle criptovalute, il mercato dei security tokens è in rapida crescita e continua evoluzione. Il trading di security tokens su tecnologia blockchain è un’opportunità multimiliardaria. TopLegal ne ha parlato con Stefania Monda (in foto), of counsel a New York dello studio americano Dilendorf & Khurdayan. «Ogni settimana - riferisce Monda a TopLegal -  il nostro studio riceve diversi mandati per la strutturazione di progetti di Sto. Essendo gli Sto dei private placement, non ci sono dati ufficiali relativi al valore attuale di questo mercato. Tuttavia, solo per dare un’idea della sua dimensione, negli Stati Uniti ci sono stati Sto per un valore complessivo di circa un miliardo di dollari e si prevede che il mercato dei security token sarà di circa quattromila miliardi entro il 2025 (secondo uno studio di nex.io)».

Perché questi prodotti finanziari potrebbero attirare un interesse crescente da parte degli investitori. Quali sono i caratteri di innovatività e quali le potenzialità? 
Innanzitutto è bene precisare che le securities di per sé non sono niente di nuovo, ed esistono sin dal tredicesimo secolo. I security token hanno molte delle caratteristiche dei titoli tradizionali. La principale differenza tra securities tradizionali e security token è che questi ultimi sono tokenized, e gestiti attraverso smart contract su una piattaforma blockchian.
Queste innovazioni presentano l’opportunità di rinnovare il tradizionale sistema di emissione e scambio di securities. I security token rappresentano un metodo completamente nuovo e più efficiente di raccogliere e allocare capitali. L’efficienza dei security token deriva in gran parte dalla rimozione degli intermediari. Gli smart contract, infatti, consentendo l’automazione dei processi, eliminano la necessità di soggetti intermediari con una conseguente riduzione di costi e tempi.

Al momento, i tokenized securities sono securities tradizionali basati su una infrastruttura tecnologica molto più efficiente. Tuttavia, questa infrastruttura tecnologica permette di realizzare una vasta serie di novità, molte delle quali tuttora inesplorate. Tra queste, ci sono le programmable securities, che rappresentano senz’altro una delle opportunità più relevanti introdotte dai security token. Determinati diritti incorporati nelle securities, come il diritto al pagamento dei dividendi e il diritto di voto, possono essere programmati nello stesso titolo ed essere automatizzati (per esempio, dividendi mensili). Inoltre, a causa della tecnologia blockchain, la proprietà di tokenized securities diventa immutabile una volta registrata su di un ledger decentralizzato. Questo consente il trasferimento istantaneo di titoli da un proprietario all’altro a costi relativamente bassi. I costi di emissione, scambio, sottoscrizione, reporting e compliance possono essere drammaticamnte ridotti a causa dell’automazione di tali processi; e gli investimenti più ingenti possono essere frazionati in quote di minore entità, consentendo il co-investing. Infine, grazie al ledger decentralizzato, tutte le operazioni relative ai security tokens sono visibili, rendendo più difficili manipolazioni e corruzione.

Quali settori di business potrebbero essere più attrattivi per questo nuovo strumento?
Il maggiore potenziale dell’asset tokenization è nel settore real estate, dove ad oggi sono state realizzate solo tre tokenized real estate offerings, ma alcune iniziative dimostrano che, nonostante l’ancora limitato numero di operazioni di real estate tokenization completate finora, la tokenization di real estate assets può rivoluzionare l’intero settore real estate a livello globale. Lo scorso novembre, Brickblock ha annunciato il lancio del primo tokenized real estate fund al mondo, realizzato attraverso una partnership strategica con Peakside Capital Advisors Ag. Ancora più recentemente, è stato annunciato che il fondo immobiliare newyorkese Leaseum Partners ha firmato un accordo con Tokeny, società fintech lussemburghese, per l’utilizzo della sua piattaforma per la creazione e la gestione di token con l’obiettivo di lanciare un tokenized real estate portfolio del valore di 250 milioni di dollari focalizzato sulle rendite di proprietà commerciali nella città di New York.

La asset tokenization, comunque, può essere applicata a numerose altre categorie di beni per incrementare la liquidità di settori attualmente pochi liquidi ed offrire nuove opportunità di investimento ai piccoli investitori.
Questa nuova modalità di rappresentazione digitale della proprietà di beni tangibili su piattaforma blockchain ha già preso piede nel mondo dell’arte, basti pensare che un dipinto di Warhol è stato recentemente venduto all’asta per 5.6 milioni di dollari attraverso la piattaforma blockchain Ethereum. Grazie a società come ArtPro sarà possibile investire in pezzi d’arte classica e moderna attraverso l’acquisto di tokens.
Tra gli altri beni che potranno essere rappresentati da security tokens ci sono frazioni di azioni, divisioni o addirittura singoli prodotti di società, debito pubblico, Etf (exchange trade fund), Reits (real estate investment trust), e Index funds.

Ci potrebbero essere possibili limiti a livello regolamentare in Italia?
Certamente i security token pongono problematiche di regolamentazione, complicate anche dalla loro dimensione internazionale. Un punto sul quale l’entusiasmo per le Security Token Offerings va spesso ad arenarsi, è proprio l’inesistenza di una regolamentazione omogenea su scala globale.

In Italia, finora non è stata emanata una normativa specifica che affronti direttamente il tema dei digital tokens. Nè la Banca d’Italia nè la Consob hanno assunto posizioni chiare e definitive sul tema. In base al principio della neutralità tecnologica della regolamentazione, la vendita di tokens può ricadere nell’ambito di applicazione della normativa attualmente in vigore in materia di offerta di prodotti finanziari.  L’applicabilità della normativa contenuta nel Tuf – che include la maggior parte del quadro regolamentare  europeo sui titoli – deve essere valutata tuttavia caso per caso. 

Nell’incertezza generale del quadro regolamentare, la posizione assunta dai regulator di fronte a recenti iniziative potrebbe lasciar intendere un certo scetticismo italiano. La Consob è infatti intervenuta di recente per sospendere alcune operazioni di Ico. L’episodio più recente risale allo scorso 12 dicembre, quando la Consob ha deciso la sospensione  in via cautelare, per novanta giorni, ai sensi dell’articolo 99, comma 1, lettera b), del Tuf, dell’offerta al pubblico residente in Italia avente ad oggetto i contratti su “Bitsurge token” promossa sul sito www.bitsurge.io e sulla pagina facebook “Bitsurge Token” (delibera n. 20741 del 12 dicembre 2018).

TAGS

Dilendorf StefaniaMonda Consob, Banca d’Italia, Brickblock, Peakside Capital Advisors, Leaseum Partners, Tokeny, Ethereum, ArtPro


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