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Fiscalisti, fari accesi sugli effetti delle rivalutazioni

Le nuove disposizioni introdotte con il "decreto agosto" potrebbero avere un impatto negativo sugli esercizi successivi al 2020. Nel clima di incertezza il rischio è di incappare in contestazioni del Fisco. Se n'è parlato a un recente webinar di Kpmg in collaborazione con TopLegal

03-12-2020

Fiscalisti, fari accesi sugli effetti delle rivalutazioni


Evitare sui bilanci l'effetto boomerang delle norme di contrasto al coronavirus. L'ultima legge introdotta col "decreto agosto" dà una chance in più alle imprese: consente la patrimonializzazione delle perdite in un esercizio che è destinato a patire gli effetti della crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19. Non è la sola agevolazione fiscale attualmente disponibile per affrontare questo periodo di emergenza economica. Il legislatore ha introdotto a più riprese negli ultimi anni leggi "ad hoc" per la rivalutazione dei beni d’impresa. In questo contesto, per i fiscalisti d'impresa non sarà facile districarsi tra tutti i provvedimenti attualmente in vigore. Le nuove disposizioni, infatti, potrebbero avere un impatto negativo sugli esercizi successivi. E nel clima di incertezza, anche sul fronte interpretativo, il rischio è quello di incappare in contestazioni da parte delle autorità fiscali.

Se n'è parlato a un recente webinar organizzato da Kpmg in collaborazione con TopLegal. All’incontro online, destinato a tax manager, head of tax, Ceo, Cfo, responsabili amministrativi e fiscali, hanno partecipato Fabio Avenale e Luca Magnano San Lio, entrambi partner di Kpmg, che hanno discusso delle possibili azioni che possono essere intraprese dalle imprese per sfruttare al meglio la norma ed evitare così possibili ripercussioni negative sugli esercizi successivi al 2020 e nelle relazioni con le autorità fiscali. Alessandro Vicini Ronchetti, professore di diritto tributario dell'Università degli Studi di Torino, si è soffermato sugli aspetti innovativi della nuova norma, cercando di dissipare alcuni dubbi a livello interpretativo sorti negli scorsi mesi.

In particolare, l'ultimo provvedimento inserito nel decreto legge n.104 del 14 agosto 2020 (modificato dalla legge di conversione del 13 ottobre ed entrato in vigore il giorno successivo) consente alle imprese di rivalutare i beni materiali e immateriali risultanti dal bilancio dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2019. È prevista, inoltre, la possibilità di ottenere il riconoscimento del maggior valore risultante dalla rivalutazione anche ai fini fiscali mediante il versamento di un'imposta sostitutiva del 3%, nonché di poter "affrancare" il saldo attivo di rivalutazione.

Alla luce delle ultime novità a livello normativo e fiscale, i professionisti e i redattori del bilancio dovranno effettuare un'attenta valutazione degli asset dell'impresa, anche a livello documentale, per evitare che l'opportunità della rivalutazione possa dar luogo a delle contestazioni dal punto di vista fiscale. Ecco perché l'opportunità della rivalutazione, come ha sottolineato Avenale nel suo intervento, andrà sempre e comunque ben ponderata dal management di un'impresa. «In alcuni casi la nuova norma potrebbe trasformarsi in un boomerang, costringendo a una svalutazione degli asset o a parametrare a un maggior valore gli ammortamenti. L'eventuale utilizzo della riserva per coprirele perdite nell'esercizio 2020 e 2021, per esempio, potrebbe riproporre un tema di patrimonializzazione immediata per gli esercizi successivi» ha aggiunto il professionista.

Sono tre le novità presenti nella nuova norma sui cui va posta una particolare attenzione, come ha precisato nel suo intervento Magnano San Lio: la rilevanza contabile e non fiscale (la rivalutazione 2020 può essere effettuata anche senza il pagamento dell'imposta sostitutiva); la possibilità di effettuare la rivalutazione distintamente per singolo bene e non necessariamente per categorie omogenee; e la possibilità, per i soggetti con esercizio non coincidente con l'anno solare, di effettuare la rivalutazione nel bilancio 2019/2020, se non ancora approvato al 14 ottobre 2020. Tra i temi aperti, e particolarmente spinosi, il professionista ha ricordato invece quello dei possibili effetti della rivalutazione all'interno dei bilanci consolidati.

Le difficoltà sul fronte interpretativo per gli operatori sono anche legate alla sovrapposizione normativa in tema di rivalutazione degli asset delle imprese. Il nuovo provvedimento, come ha ricordato Vicini Ronchetti, si innesta su numerose leggi tuttora in vigore, tra cui quella introdotta con il "decreto liquidità" dello scorso marzo, che prevede due aliquote del 10 e del 12%. L'Agenzia delle entrate, in merito al coordinamento delle norme sulla rivalutazione, non si è ancora espressa con una posizione ufficiale.


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