FONDO ITALIANO, IL VIA AL RILANCIO DELLE PMI

Marco Vitale: «Investire negli studi legali? Non è escluso»

16-11-2010

FONDO ITALIANO, IL VIA AL RILANCIO DELLE PMI

Il grande battesimo del Fondo italiano è avvenuto ieri preso la sede di Assolombarda, alla presenza del Ministro dell'Economia Giulio Tremonti, Emma Marcegaglia, Presidente di Confindustria, il padrone di casa e presidente di Assolomarba Alberto Meomartini e i due numeri uno del fondo, il presidente Marco Vitale (nella foto) e l'Ad Gabriele Cappellini. Il fondo è riuscito già a raccogliere 1,2 miliardi di euro e il target di riferimento per gli investimenti sono all'incirca 15mila aziende, con un fatturato che si aggira tra i 10 e i 100 milioni di euro. Il presidente Vitale, un attimo prima dell'inizio della presentazione, ha dedicato un'intervista a TopLegal.

Il Fondo italiano sarà una possibilità di rilancio per il Private equity in italia?

La funzione del Fondo non è quella di far  partire il Private Equity, ma di dare un contributo a far ripartire l'impresa media  italiana che ha dimostrato una  capacità di  resistenza notevole;  ma adesso deve evolvere verso nuovi  sviluppi, questa è la nostra prima funzione . Noi intendiamo investire, non solo direttamente in aziende, ma in fondi, per cui potremo anche
avere l'effetto di aiutare il Private Equity a ripartire. Cercheremo di investire in quei fondi che seguono una linea simile alla nostra: investimenti condotti in chiave industriale con un respiro lungo.

In Inghilterra, da  giugno 2011 ci sarà la possibilità di diventare soci all'interno delle Law firm, se questa possibilità ci fosse anche in Italia, valutereste investimenti in questo settore?

Noi non abbiamo una preferenza, un'esclusività d'investimenti per l'industria manifatturiera, certo, guarderemo con priorità al manifatturiero, perché è la forza dell'Italia, però ci siamo detti che è importantissimo anche tutto quello che affianca, sostiene e collabora con le imprese, per cui, tutti i servizi alle imprese in senso lato rientrano nel nostro campo di applicazione. Di conseguenza non è escluso che ci sia anche una possibilità in questa direzione.
 

C'è la possibilità che il fondo possa investire anche nel Venture Capital?
In senso stretto noi non lo pratichiamo. Se per  Venture Capital intendiamo lo start up, la prima fase di fondazione delle imprese, noi lo escludiamo perché è un tipo di attività che richiede un'esperienza e un modo di vedere le cose molto particolare, specifico e molto specializzato, ma siamo, sicuramente, sul capitale di sviluppo. Guardiamo, infatti,  con motlo interesse la possibilità di collaborazione con quei soggetti che sviluppano le start up, quindi il venture capital appena passata la fase iniziale, nel momento in cui  il frutto della loro attività ha dato vita a risultati che possono svilupparsi in un progetto congeniale al nostro.

Il Fondo parte su iniziativa del ministero dell'economia, per cui dal pubblico, come scongiurerete l'ombra del clientelismo?
Questo fondo è stato voluto fortemente dal Ministro Giulio Tremonti come misura di politica economica e si è realizzato in una forma che non è pubblica, perché nella società di gestione c'è Confindustrim, l'Abi e ci sono le banche. I fondi, inoltre, nel fondo stesso non sono pubblici, non c'è neanche una lira pubblica, salvo, indirettamntete, quella di Cassa depositi e prestiti, quindi il fondo è promosso dal pubblico, riceve una missione dal pubblico, ma si muove in una sfera privata, con metodologie private ed etica privata.


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