Il ministero dell’Economia sta predisponendo il recepimento della direttiva Ue sulle Opa (2004/25). Secondo quanto previsto dai dettami comunitari, gli amministratori di una quotata potranno adottare tecniche di difesa nei confronti di quella società che ha lanciato l’Opa aggressiva, qualora essa non sia soggetta alla “passività” (divieto al Cda di adottare sistemi di difesa diretti senza passare per il quorum del 30% dell’assemblea degli azionisti) e/o alla “neutralizzazione” (l’annullamento di restrizioni al trasferimento di titoli e quelle al diritto di voto previste in statuto o a livello contrattuale).
Oggi in Italia sono in vigore entrambi i principi, che servirebbero a favorire la contendibilità delle società, cioè il trasferimento del loro controllo. Il Governo ora però è chiamato dall’Unione europea a incorporare i dettami della direttiva e scegliere se tradurre o meno la passività e la neutralizzazione in legge. Nel caso in cui decidesse comunque di non inserire tali principi nel tessuto normativo, esso dovrà lasciar libere le società di recepirli a livello statutario. Sarà inoltre introdotto il principio di reciprocità. Sia che i principi siano in vigore a livello statale, statutario o che non siano affatto in vigore, il Cda della società target potrà ugualmente difendersi nel caso in cui misure di difesa analoghe siano vigenti per la società che aggredisce. Con questa mossa l’Unione europea ha voluto da un lato favorire la contendibilità, ma anche rispondere alle esigenze di Paesi membri più protezionisti che preferiscono limitare i casi di Opa ostili.
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BonelliErede MauroCusmai Banca d'Italia, Consob, Ministero dell'Economia e delle Finanze