GIANNI: VORREMMO DIRE LA NOSTRA SULLA RIFORMA

«Lo sviluppo futuro della professione dovrà avvenire in forma organizzata»

05-10-2009

GIANNI: VORREMMO DIRE LA NOSTRA SULLA RIFORMA

«Non siamo molto protagonisti di questo dibattito. Ma non perché la cosa non ci interessi o coinvolga». Per la prima volta, un grande avvocato d'affari prende la parola e si fa avanti nel dibattito sulla riforma della professione forense. Si tratta di Francesco Gianni (nella foto), senior partner di Gianni Origoni Grippo, vincitore del TopLegal Award 2008 come avvocato dell'anno. La scorsa estate abbiamo avuto modo di incontrarlo e di chiedergli perchè il Cnf e le istituzioni forensi dovrebbero sentire anche la voce delle grandi law firm nazionali.

Avvocato Gianni vorreste essere coinvolti nel dibattito sulla riforma?
Ci farebbe molto piacere se i grandi studi fossero maggiormente coinvolti nel processo da parte del Cnf anche perché siamo molto interessati alla riforma e ci farebbe piacere dare un contributo costruttivo. Guido Alpa (ex of counsel dello studio), che conosce la realtà dei nostri studi, ha dimostrato sensibilità rispetto a questi temi.

Lo ritiene uno sbaglio?
Penso che sia un errore, da parte del Cnf e degli Ordini locali, non dare il giusto rilievo al fatto che lo sviluppo futuro della professione dovrà per forza avvenire in forma organizzata. E che oggi esistono già, in Italia, delle realtà strutturate nazionali che sono competitive rispetto alle grandi realtà internazionali straniere. Mi sembra quindi importante che gli studi italiani non siano penalizzati rispetto agli internazionali.

I vertici della professione sembrano pensare che si tratti di un fenomeno marginale...
Ci sono avvocati, anche giovani, che questa esperienza la stanno vivendo e stanno contribuendo alla crescita di questo mercato. Non dare la dovuta rilevanza al fatto che questo è un importante elemento dello sviluppo futuro della professione e quindi non coinvolgerci nel dibattito per la riforma, sfruttando l'esperienza che abbiamo fatto e che stiamo facendo, per vedere se questo può aiutare a creare un modello più efficace di professione, rischia di essere un errore.

Forse il problema è che l'avvocatura d'affari, in passato, è apparsa un po' distratta rispetto alle questioni della professione...
In parte noi abbiamo le nostre colpe. Ma certamente se ci coinvolgessero noi avremmo delle cose da dire e un contributo da dare.

Quali sono le esigenze che hanno bisogno di regole?
Abbiamo numerose questioni aperte relative alla nostra professione. Penso al tema dei collaboratori, i rapporti tra studi e università, i rapporti tra studi e le autorità (Consob e Bankitalia), la possibilità di creare dei brand, la pubblicità. Si tratta di temi che ci toccano da vicino, e su cui vogliamo collaborare con il Cnf. Ci piacerebbe poter dire la nostra e dare un contributo.

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Gianni & Origoni FrancescoGianni, GuidoAlpa Consiglio Nazionale Forense


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